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Erika, la grinta di una boxeur che ha subito il furto della protesi ma ha trovato la solidarietà di tanti

"Quando ho aperto quella porta e non ho visto la macchina non volevo crederci". Le è cascato il mondo addosso in un attimo, Erika in quell'auto che la notte del 2 maggio le hanno rubato aveva la sua protesi, quella che le consentiva di allenarsi e di vivere il suo sport, la box, con l'intensità e la grinta che è poi la sua prima caratteristica: "Ho fatto un appello, ma nessuna risposta. Sul web invece in tanti hanno mostrato solidarietà".

Erika nell'ottobre del 2009 è stata vittima di un bruttissimo incidente che l'ha costretta all'amputazione di una parte della gamba destra, ma le moderne tecnologie le hanno consentito di riprendersi pian piano la sua vita. Dal kick-boxing è passata al box, l'energia e la determinazione sono stampate sul suo volto: "Venti giorni senza potermi allenare è stato davvero duro, ho pensato di dover ricominciare di nuovo tutto da zero". 

E così è riuscita a raccogliere del denaro e, grazie anche alla disponibilità di Officine Ortopediche Rizzoli, ha potuto avere il suo arto nuovo, che è poi praticamente identico a quello rubato: "Oggi per me è un giorno felicissimo, nella sfortuna credo di essere fortunata. In tanti mi vogliono veramente bene".

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