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Addio a Gualtiero Marchesi, chef stellati e gente comune salutano il Maestro

Una chiesa gremita, tanta gente comune, molti colleghi, molti suoi allievi, chef che oggi rappresentano un’icona e che lui ha formato con la classe, la pazienza e lo stile che lo hanno reso noto in tutto il mondo.

Gualtiero Marchesi ha strappato applausi fino all’ultimo, il sindaco Beppe Sala ha promesso che Milano gli intitolerà una strada. Non ora, ma tra dieci anni, ha detto il primo cittadino, “perché – ha continuato – vogliamo rimanere fedeli alle regole. Ai tanti che lo chiedono, invito a fare delle cose concrete. Al presidente del consorzio Grana Padano – prosegue Sala – dico ad esempio di intitolare una borsa di studio allo chef, un modo per ricordarlo nel tempo”.

Le esequie si sono tenute nella chiesa Santa Maria del Suffragio, in quella stessa strada dove, scherzo del destino, nel 1977 aveva aperto il suo primo ristorante meneghino.

“Adesso sei tra le vere stelle”, così recitava un cartello alzato all’uscita del feretro. E Gualtiero Marchesi di stelle se ne intendeva. Fu il primo italiano a ricevere il riconoscimento Michelin e fu il primo a restituire quelle tre stelle “perché – diceva – a me interessano i giudizi della gente, non i voti di una guida”.

Impegnato anche nel sociale, si è battuto per la realizzazione di una casa di riposo per cuochi a fine carriera. Sarà inaugurata il prossimo autunno, a Varese.

Un maestro, una persona che ha lasciato il segno in tutti coloro che lo hanno conosciuto. Ha insegnato l’arte del cucinare, del buono cibo, del gusto autentico e di qualità. E lo ha fatto con la passione di chi ama il suo lavoro. Anche per questo Milano lo ha salutato con affetto e commozione.

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