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Cernusco, due arresti per l'omicidio Carbone: ecco come i Carabinieri hanno pedinato i killer

L'uomo era stato freddato sotto casa lo scorso 16 ottobre per cause ancora al vaglio dei militari dell'Arma. "Un'operazione alla Maigret", il commento del pm Roberta Amadeo

Sono stati arrestati mandante e killer dell'omicidio di Donato Carbone, il 63enne ucciso lo scorso 16 ottobre nei box sotto casa sua, in un condominio in via don Lorenzo Milani a Cernusco sul Naviglio. 

In manette sono finiti Leonardo La Grassa - settantadue anni, trapanese, ritenuto il mandante - ed Edoardo Sabbatino, palermitano di cinquantotto anni considerato l'esecutore materiale del delitto.

La sera dell'omicidio, Sabbatino - a bordo di una Opel Corsa rubata a Brescia - aveva seguito la macchina della vittima, era entrato nella "galleria" dei box e lì aveva freddato "l'obiettivo" con undici colpi di pistola. Il lavoro degli investigatori è partito proprio dalla Corsa usata dal killer, che era rimasto "intrappolato" nel condominio e aveva minacciato una residente per convincerla ad aprire nuovamente il cancello. 

La stessa residente ha segnalato ai militari l'auto e un parziale del numero di targa: a quel punto i carabinieri hanno cercato quella vettura nelle immagini delle telecamere di sorveglianza, riscontrando che un'ora dopo l'omicidio era stata lasciata fuori da un bar a Cologno. In quello stesso bar, ripresi dai sistemi di video sorveglianza, si erano incontrati proprio mandanti e killer, che avevano "brindato" alla morte di Carbone, che era stato ucciso - stando all'inchiesta - per vendetta in un giro di usura. 

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