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Pistola in pugno rapina sei negozi: i colpi messi a segno quando andava a salutare la madre

A incastrarlo sono stati i registri del centro di recupero per tossicodipendenti del Varesotto di cui era ospite: ad ogni due uscite ravvicinate corrispondeva un colpo messo a segno a Milano, in zona Barona, non a caso quartiere di sua madre. Le ultime tessere del puzzle, poi, le hanno messe il suo modus operandi - sempre identico - e alcuni frame delle telecamere dei negozi rapinati. Così, a quel punto, per i carabinieri di Milano chiudere il cerchio è stato semplice. 

Un milanese di quaranta anni, già pregiudicato, è stato raggiunto da un’ordine di custodia cautelare in carcere perché ritenuto responsabile di sei colpi avvenuti tra gennaio e febbraio scorsi in due tabaccherie, due sale scommesse, una tintoria e un’enoteca di Barona. 

La prima rapina era avvenuta il 16 gennaio, quando l’uomo si era recato sul luogo del colpo con un’auto rubata, poi ritrovata poco distante. Per un altro blitz il quarantenne aveva scelto una moto, sempre rubata e sempre abbandonata subito dopo la fuga. Sui luoghi degli altri quattro colpi, invece, l’uomo era andato a piedi, riuscendo comunque sempre a far perdere le proprie tracce. 

A metterlo nei guai, però, sono state le sue “abutidni” - l’ingresso nel locale con cappellino e sciarpa e pistola in pugno - e soprattutto la perfetta corrispondenza tra le sue uscite dal centro di recupero e i colpi. Con la scusa di far visita alla madre, infatti, il quarantenne effettuava un rapido sopralluogo nel negozio designato e poi - durante il secondo “permesso” - passava all’azione. 

Le sei rapine, tutte riprese dalle telecamere di video sorveglianza dei locali, hanno fruttato all’uomo dodicimila euro. 

Il quarantenne, già in carcere a Busto Arsizio per un’altra rapina, è stato raggiunto in cella dai militari che gli hanno notificato il nuovo provvedimento. 
 

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