Avevano innescato la rissa con sparatoria lo scorso 25 gennaio al bar Il Brigante di Rho. Durante la combutta era rimasto ucciso Artim Avrani, 38 anni, originario dell'Albania, mentre un suo connazionale era rimasto ferito. Ieri sono state notificate le cinque ordinanze di custodia cautelare in carcere per i responsabili della rissa, come stabilito nell'inchiesta condotta dal pm Maria Letizia Mannella. I provvedimenti sono stati firmati dal gip Guido Salvini. Quattro sono stati notificati in carcere, mentre il quinto è stato eseguito all'alba a Rho.

Secondo quanto stabilito dalle indagini e grazie all'ausilio delle telecamere di sorveglianza, l'autore materiale dell'omicidio sembra essere stato Cristian Bandiera, titolare del bar e finito a San Vittore già all'indomani della sparatoria. "La chiarezza delle sequenze - ha notato il gip - che hanno documentato la scena, rende addirittura superflua l'esplicita confessione di Cristian Bandiera durante i colloqui avvenuti nel carcere di Pavia". Per gli altri le accuse sono porto abusivo di armi e favoreggiamento per aver tentato di eludere le indagini.

E fra gli indagati, anche un appuntato dell'Arma dei Carabinieri, accusato di favoreggiamento. Per lui è stata chiesta una misura interdittiva, sarà il giudice - domani - a stabilire o meno la sospensione dal servizio per il militare. Secondo l'accusa M. B. in forza alla compagnia di Rho avrebbe aiutato il titolare del bar: il carabiniere avrebbe occultato "le prove del reato, raccogliendo sulla scena del delitto bossoli e cartucce inesplose" che avrebbe riposto "in un secondo tempo, in altri punti rispetto alla loro originaria posizione". Così si legge nell'ordinanza di custodia cautelare in carcere notificata ieri.