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Venerdì, 19 Aprile 2024
Forze Armate

Sgombero Istituto Marchiondi a Baggio: ora si pensa alla riqualifica

L’area era occupata abusivamente da un gruppo di cittadini romeni. Architetti, ingegneri, strutturisti ed esperti di materiali ed energia saranno impeganti al recupero della struttura

Questa mattina all’alba è stato sgomberato dalle Forze dell’Ordine il complesso di edifici che ospitava l’istituto Marchiondi, in via Noale, a Baggio. L’area era infatti occupata abusivamente da un gruppo di cittadini romeni.

La scorsa settimana scorsa il vice-sindaco De Corato aveva dichiarato: “Il Comune consegnerà al Politecnico la struttura e l’intera area. Dopo aver sgomberato completamente l’edificio, per prevenire nuove intrusioni, l’Amministrazione provvederà a recintare con cesate di cantiere tutto il complesso, che sarà illuminato a giorno. Verranno installate anche due telecamere che saranno collegate con la control room del settore sicurezza. Fino all’avvio dei lavori, le Forze dell’ordine e la Polizia locale pattuglieranno quotidianamente la zona, per scoraggiare nuove occupazioni abusive. Amsa rimuoverà più di 500 tonnellate di rifiuti accumulati”.

L’edificio Marchiondi nasce negli anni ’50 su progetto dell’architetto milanese Vittoriano Viganò, quale scuola destinata a ragazzi in difficoltà, per poi essere convertito in Centro di Formazione Professionale, fino al 1997. E’ tuttora considerato un capolavoro della corrente Brutalista, tanto che il plastico è esposto al MoMa di New York e l’anno scorso è stato posto sotto vincolo architettonico.
Ora, con un stanziamento di circa 16 milioni di euro e con la collaborazione di Comune, Politecnico, Fondazione Cariplo e SCMM (Sistema consortile metropolitano milanese) parte un progetto di completo recupero della struttura: verranno coinvolti architetti, ingegneri, strutturisti ed esperti di materiali ed energia, sotto la guida del Professor Massimo Forti, del Dipartimento di Progettazione dell' Architettura del Politecnico.

Alla fine dei lavori, il Marchiondi tornerà di utilità sociale, diventando oltre che residenza universitaria per 218 studenti, una sede di servizi pubblici per il quartiere e un centro di aggregazione giovanile. Ma soprattutto riacquisterà la tutela e l’onore che merita.
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