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Zona 7, l'esclusa alla presidenza: "Il parco delle Cave ha bisogno di associazioni"

Elena Tagliaferri, esclusa dalla presidenza di Zona 7, parla a MilanoToday: "Sono un'ambientalista convinta, ma non credo nell'ambientalismo ideologico"

Sono passati alcuni mesi dalla controversa elezione di Fabrizio Tellini alla presidenza della zona 7. La zona era stata assegnata all’Idv dalla coalizione di centro-sinistra ma il designato (Anelli) non era stato eletto. Il partito di Di Pietro aveva così indicato la prima eletta, Elena Tagliaferri, già consigliera. Ma il resto della coalizione ha preferito votare per il giovane Tellini, suscitando parecchie ire. Tellini è stato espulso dall’Idv (ha appena annunciato che resta nel gruppo e presenterà ricorso).

A distanza di tempo abbiamo intervistato Elena Tagliaferri per conoscere il suo punto di vista.

Francesco Laforgia (coordinatore dei circoli del Pd, n.d.r.) le ha attribuito l’adesione a un ‘modello morattiano’ sui parchi pubblici, che cosa risponde?

Rispondo che non ho mai sposato un modello ‘morattiano’. Sono un’ambientalista convinta, ma non credo nell’ambientalismo ideologico: un'ambientalismo fatto di enunciazione di massimi sistemi, che però non tiene conto delle realtà territoriali intese soprattutto come voci di chi il territorio lo vive, lo difende e lo fa vivere quotidianamente conoscendone pregi e difetti, criticità e particolarità, in un processo che dura da decenni.

Ma perché le viene mossa l’accusa di essere vicina alla Moratti sull’ambiente?

Quello che è successo è che ho perorato un modello di governance del parco delle Cave promosso dalle associazioni presenti nel parco da anni. E’ un modello che la Moratti ha semmai accettato a fatica, su proposta delle Associazioni che le hanno chiesto il diritto di esistere con un contratto di collaborazione, secondo linee guida concordate.

Come funziona questa governance?

Le associazioni storiche che presidiano il territorio del parco delle Cave, oltre a svolgere la loro attività negli spazi che sono stati loro assegnati, si riuniscono intorno a un tavolo, la cui regia è affidata all'assessorato competente, "proprietario" del terreno (in nome e per conto dei cittadini) e in presenza del direttore del parco, e discutono la calendarizzazione congiunta delle iniziative, le criticità, i bisogni di questo territorio, piccole proposte innovative e così via. Preferisco chiamarla organizzazione piuttosto che gestione del parco. Ma è la valorizzazione del ruolo delle associazioni sul territorio. Vede, dove non ci sono le associazioni che presidiano le aree succede quello che da tempo, purtroppo, sta accedendo a Trenno e al parco "Cava di Trezzano-Muggiano" che tanto è costato all'Amministrazione (oltre un milione di euro).

Mi permetta quindi di estendere questo concetto che vale per la maggioranza delle associazioni che, sussidiariamente, suppliscono ed integrano funzioni che altrimenti sarebbe impossibile svolgere da parte dell'amministrazione centrale. Credo che la vera ricchezza di tutto il nostro territorio siano le associazioni di ogni indirizzo: sociale, culturale, sportivo, agricolo, ecc., e sono loro che vanno sostenute, nel loro "volontariato gratuito e dedicato".

Ma lei ha qualcosa in contrario su Italia Nostra?

Nient’affatto, va benissimo. Però alle Cave aveva instaurato un governo più che una governance. Aveva cioè assunto la direzione del parco a scapito di un tavolo di confronto con tutte le associazioni. Le decisioni le prendeva solo Italia Nostra, escludendo anche il consiglio di zona.

In che senso?

Guardi, nel 2006, quando venni eletta la prima volta, chiesi di vedere i progetti in essere sul parco delle Cave. Nessuno li aveva visti e nessuno poté mostrarmeli. Dovetti fare, come consigliera, un accesso agli atti ufficiale per poterli visionare. Per carità belli, ma alcuni costosi e un po' ridondanti per questo parco che ancora oggi invece necessita di interventi molto più piccoli in alcune parti, ma sempre onerosi e quindi da tempo inattuati, ed uno veramente importante che è la messa in sicurezza e "forse" bonifica della cava Ongari-Cerutti in modo da renderla fruibile ai cittadini terminando il Parco (e qui i costi sono enormi).

E' un grandissimo progetto già questo e se ne parla da anni senza mai darne l'avvio.

Ormai il discorso dell’elezione del presidente di zona è chiuso. Lei che cosa intende fare?

Sì, ormai è un capitolo archiviato. Ora la cosa importante da fare è lavorare per il territorio ed essere uniti. Il mio personale impegno, l'ho enunciato in coalizione, non verrà mai meno, a patto di attuare anche in questo contesto politico una vera "governance" come quella che ora è in essere al parco delle Cave: un tavolo di condivisione dei problemi, in cui ognuno esponga con pari diritto il proprio punto di vista per poi arrivare a proposte davvero condivise in cui non prevalga la legge dei numeri, ma quella della pragmaticità e del buon senso, in cui non domini lo spirito partitico ma quello "politico e del diritto", in cui si esprima l'umiltà e non il personalismo né del singolo né tantomeno del partito.

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