Nuovo stadio di Milano, c'è chi dice no: la rabbia di San Siro, fischi a Inter e Milan
Martedì le società hanno presentato il progetto al quartiere. E non è andata benissimo
San Siro, quartiere, non vuole il nuovo San Siro, stadio. È quanto ha decretato il particolarissimo derby che martedì sera è andato in scena al parlamentino del municipio 7, dove Inter e Milan - per una volta dallo stesso lato del campo - hanno presentato ai residenti del quartiere i progetti per il nuovo impianto.
La risposta dei presenti - duecento circa, alcuni anche seduti a terra - non è stata di sicuro quella che si aspettavano le società, che hanno mandato in campo l'ad nerazzurro Alessandro Antonello e il presidente rossonero Paolo Scaroni.
Ad accendere gli animi, praticamente subito, è stato proprio Scaroni, che parlano del quartiere ha detto che "San Siro è una landa desolata". Da lì la folla si è scaldata, proprio come in un derby, tra "buuu" da stadio e rivendicazioni al grido di: "Ma quale landa desolata, San Siro è un gioiello".
I manifestanti, però, ne hanno fatto una questione più "aperta", generale. E la loro posizione è perfettamente riassunta nei cartelli che mostrano a più riprese. "No ad uno stadio davanti alle case", si legge su uno, mentre un altro dice "no cementificazione per ripianare i bilanci delle squadre". E ancora: "No centro commerciale a San Siro" e - altro no - "no allo stadio a trenta metri dalle case", per concludere con un "giù le mani da San Siro, no speculazione, no cementificazione".
Antonello e Scaroni, come due difensori messi alle corde dal pressing avversario, hanno cercato di difendere le loro posizioni e hanno spiegato che i progetti - la Cattedrale di Populous e gli anelli di Manica - non sono definitivi. Ma San Siro, quartiere, sembra aver già detto no e chiuso la partita.