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Venerdì, 29 Marzo 2024
Castello Cadorna Castello / Piazzale Luigi Cadorna

Blitz in Cadorna con gli adesivi per cambiare l'intitolazione da Luigi a Raffaele

Ignoto l'autore del blitz, che ha apposto adesivi. La proposta (seria) venne avanzata anni fa dai Radicali

Da Luigi a Raffaele Cadorna. Il blitz che ha cambiato il nome di una delle piazze più importanti di Milano (naturalmente solo per finta) è andato in scena nella notte del 23 novembre. Alle insegne che riportano il nome, infatti, i milanesi hanno trovato due adesivi apposti per modificare la lettura del nome di battesimo e delle date di nascita e morte. L'autore del blitz si è invece dimenticato di coprire la nota biografica ("maresciallo d'Italia), rimasta intatta.

Qualcuno ha applicato un'idea che non nasce oggi. La figura di Luigi Cadorna è infatti piuttosto controversa. Gli storici si dividono sulle sue responsabilità circa la disfatta di Caporetto, nella Prima Guerra Mondiale, ma più in generale sui suoi metodi quand'era Capo di Stato Maggiore, il massimo grado dell'esercito italiano, dal 1914 al 1917, quando dovette appunto lasciare il ruolo. 

Senatore del Regno d'Italia fino alla morte nel 1928, Luigi Cadorna non aderì mai ufficialmente al fascismo, ma nel 1924 Benito Mussolini lo nominò "maresciallo d'Italia", un titolo onorifico appena istituito (e che scomparve nel secondo dopoguerra), di fatto riabilitandolo circa le sue responsabilità per Caporetto.

Nel 2016 i Radicali milanesi chiesero esplicitamente di cambiare il nome a piazzale Cadorna, come già era avvenuto a Udine. L'idea era quella di attribuire la piazza o al padre o al figlio, entrambi Raffaele, che secondo Lorenzo Lipparini (assessore alla partecipazione del Comune di Milano e all'epoca segreario dell'Associazione Enzo Tortora) e Barbara Bonvicini (allora tesoriera della stessa associazione, oggi presidente nazionale di Radicali Italiani) meritavano maggiormente una simile onoreficenza.

Facevano notare poi, Lipparini e Bonvicini, che era in corso una discussione per riabilitare la memoria delle vittime di esecuzioni e decimazioni nell'esercito italiano durante la Grande Guerra: rispettivamente 750 e 350. Un'incoerenza, secondo loro, mantenere il nome di Luigi Cadorna per la piazza.

Meglio dunque pensare a Raffaele senior, padre di Luigi (1815-1897), protagonista delle guerre d'indipendenza e della presa di Roma, come ha fatto l'autore del blitz notturno, oppure a Raffaele junior, figlio di Luigi (1889-1973), comandante partigiano e poi a sua volta Capo di Stato Maggiore (dal 1945 in avanti) e parlamentare della Democrazia Cristiana. 

Lipparini, commentando il blitz, ha affermato tra il serio e il faceto che "la cosa è formalmente molto complessa, ma deve avere il suo consenso se qualcuno ha pensato di passare per le vie brevi".

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