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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Prove di accordo tra il comune e i locali dell'Arco della Pace

Ci prova il consiglio di zona del centro: prezzi nella media per tutti per evitare che i minori bevano troppo, chiusura dei plateatici all'una e dei locali alle due. L'assessorato dirà di sì?

Non c'è pace all'Arco della Pace. Il ritrovo estivo di migliaia di giovani, divenuto ormai un "classico" della movida milanese, fa discutere. Con fronti opposti che faticano a trovare accordi per una convivenza serena. I locali e i clienti, da una parte, e dall'altra, come spesso accade, i residenti. Chi vorrebbe che si tenesse aperto di più, chi di meno. Si prova in particolare a superare l'ordinanza di Franco D'Alfonso che prevede che i tavolini all'aperto siano da smantellare alle 23: troppo presto, dicono gli esercenti.  Ma non solo: ci si mettono anche alcuni locali che, stando a quanto dichiarato anche da AscoCorsoSempione (l'associazione che riunisce i commercianti della via), venderebbero alcolici a prezzi stracciati e anche ai minorenni.

E così la settimana scorsa è intervenuto il consiglio di zona 1, con un ordine del giorno. L'intenzione del "parlamentino" è formulare un patto tra l'amministrazione e gli esercenti, con l'accordo anche dei residenti. Ed è in questa forma che è stato approvato poi l'ordine del giorno. Vediamo in sintesi le proposte del consiglio di zona.

ORARI E PULIZIA - Plateatici chiusi all'1 di notte, locali alle 2. E la somministrazione di alcolici, dall'una alle due, deve avvenire unicamente all'interno dei locali. I locali si impegnano poi a a tenere in ordine gli spazi aperti annessi al proprio esercizio e a posizionare contenitori per i rifiuti. In un momento successivo, e in sede del distretto del commercio Sarpi-Arco della Pace, si dovrà concordare con l'Amsa tutte le modalità e gli orari per la pulizia stradale.

SORVEGLIANZA E MUSICA- I locali (tutti) si dotano di almeno un "addetto all'assistenza alla clientela" almeno giovedì, venerdì e sabato. Questi "sorveglianti" o "assistenti" dovranno vigilare sul rispetto delle norme igieniche da parte dei clienti e anche dei locali stessi, nonché sul divieto di vendita di alcolici ai minorenni e a coloro che appaiono già ubriachi. Inoltre gli adetti all'assistenza fungeranno da collegamento tra i vari locali per segnalare gli individui "visibilmente alterati e molesti". Quanto ai rumori, i locali si impegneranno a non fornire intrattenimento musicale all'esterno e a usare limitatori acustici o altre strutture per evitare che la musica sia troppo fastidiosa.

PREZZI - Questo è il capitolo che ha generato maggiori polemiche. Si chiede ai locali di "praticare prezzi che non si discostino dalle medie applicate nella zona". Una formula per evitare appunto i prezzi stracciati che alcuni locali praticano, invogliando i più giovani a consumare molto alcol. E infatti subito dopo si legge: "gli esercenti si obbligano a non svolgere offerte speciali o promozioni di bevande alcoliche, con qualunque modalità". Resta indubbio che un esercente invece possa praticare il prezzo che vuole per qualunque prodotto. "E' un invito ad accodarsi tra commercianti", getta acqua sul fuoco Mattia Abdu, Pd, presidente della commissione commercio del consiglio di zona. Ma qualche risposta polemica, ad esempio da parte dell'Epam, è già arrivata.

E LE CONSEGUENZE? - Per il momento, nulle: si tratta infatti di una proposta di accordo tra commercianti e pubblica amministrazione. Approvata dal consiglio di zona (con i voti contrari delle opposizioni) verrà ora vagliata dagli uffici dell'assessorato alle attività produttive per capire se è una strada davvero praticabile. Non scontata l'approvazione da parte dei comitati di residenti.

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