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Venerdì, 19 Aprile 2024
Milano Centro Chinatown / Via Paolo Sarpi

Un arco tradizionale cinese in Paolo Sarpi? E' polemica

Sarebbe solo per l'Expo. Alcuni commercianti favorevoli, ma secondo i residenti creerebbe un "ghetto". Ma le chinatown mondiali sono ormai mete turistiche

Un "portone" in stile cinese all'ingresso di via Paolo Sarpi? L'idea è sorta a un gruppo di commercianti del quartiere: appoggiata dall'Ales (Liberi esercenti Sarpi) il cui presidente, Remo Vaccaro, afferma di avere già contattato il Politecnico per un progetto, ma osteggiata da un'altra associazione, ViviSarpi, che raccoglie prevalentemente residenti nella zona.

L'iniziativa non dovrebbe essere permanente ma limitata ai mesi di Expo 2015. E' previsto l'arrivo a Milano di milioni di cinesi-turisti (in Asia già venduto un milione di biglietti per l'esposizione, ai tour operator). Perché non fare come nelle "china town" di altre città come Liverpool o San Francisco? D'altra parte, il quartiere cinese di Londra ha anche le insegne delle vie in doppia lingua. Insomma, si tratterebbe soltanto di riprodurre ciò che già avviene in (tante) altre parti del mondo.

Ma i residenti sono pronti a fare le barricate. "Una scelta del genere acuirebbe i problemi di integrazione", dichiara a Repubblica Pierfranco Leonetto di ViviSarpi, "e allontanerebbe ogni altro insediamento commerciale al di fuori della filiera cinese". Parole come pietre, che assomigliano al timore di una ghettizzazione (per così dire, perché il ghetto è comunque altra cosa) del quartiere. Eppure l'iniziativa sarebbe limitata a sei mesi e i quartieri cinesi di tutto il mondo sono diventati naturali mete del turista urbano moderno, esploratore dell'anima di una città oltre che dei suoi monumenti.

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