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Milano Centro Duomo / Piazza Santo Stefano

Profughi nelle parrocchie: c'è anche quella "dei migranti"

E' Santo Stefano, dove si celebrano abitualmente messe in varie lingue straniere. L'ex alloggio del sacrestano verrà destinato ai profughi

L'appello del cardinale Angelo Scola era stato molto chiaro. Rivolto ai parroci, il capo della chiesa ambrosiana aveva detto: "Trovate posti per i profughi, i rifugiati e i migranti. Non avrete costi, ci penserà la Caritas". E dieci parrocchie milanesi sarebbero già pronte (o quasi) ad aderire, dal centro alla periferia. Nessuno immagini però una palestra riempita di decine di brandine. "A noi interessa un'accoglienza di relazione", spiega don Roberto Davanzo, ai vertici della Caritas ambrosiana.

Tra le parrocchie che hanno dato la disponibilità, non poteva mancare la basilica di Santo Stefano Maggiore: la "parrocchia dei migranti", ufficialmente istituita proprio nel 2015, dove si celebrano abitualmente messe in lingue straniere e dove i sacerdoti sono ciascuno responsabile di una differente comunità. In Santo Stefano stavano già ristrutturando l'abitazione lasciata libera dal sacrestano nel 2014, ma ora che il cardinale ha lanciato l'appello hanno aderito con entusiasmo: l'alloggio verrà destinato a un nucleo di migranti.

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