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Cinisello Balsamo Cinisello Balsamo / Via XXV Aprile

Gruppo di lettura, Enrico Ernst: «Per la giunta il problema sono io, quindi lascio l'incarico»

Il conduttore del gruppo di lettura del giovedì annuncia: «Lascio in eredità una storia importante di condivisione e di lavoro culturale e sociale. Mi auguro che questo possa facilitare la risoluzione intelligente e giusta di una questione piccola, ma di spessore»

Si chiude con l'addio al gruppo di lettura del giovedì da parte del conduttore Enrico Ernst la vicenda che ha scatenato un mese di polemiche cittadine e politiche a Cinisello Balsamo. Ad annunciarlo è lo stesso Ernst, attraverso uno scritto in cui racconta la sua decisione e in cui tira le somme di una storia che ha spaccata la città in due parti.

Questo lo scritto di Ernst, che riportiamo integralmente:

«Cari amici e amiche nel dare addio al gruppo di lettura del giovedì, le cui attività ufficiali nel contesto del centro culturale il Pertini si sono interrotte per decisione dell'assessore alla cultura e all'identità, Daniela Maggi, il 24 di settembre di quest'anno, mi permetto di fare pubblicamente alcune considerazioni su questa vicenda».

«Primo: ho deciso di parlare pubblicamente di questo stop, di “metterci la faccia” come si dice, per difendere l'autonomia del gruppo di lettura; sollevare il tema dell'ingerenza della politica in merito al lavoro culturale; evidenziare il tema del ruolo del Pertini nella vita cittadina».

«Mi è parso, in altre parole, che il potere di indirizzo dell'assessore sia stato esercitato, in questo contesto, come un potere «negativo» e non «positivo», fermando un'esperienza bella e importante».

«Secondo: una critica lecita, democratica e collettiva è stata trasformata nella critica di Enrico Ernst. Tanto che quando il sindaco ha cancellato l'incontro del 14 di novembre (richiesto a fine settembre), ha ripetutamente citato «solo» il sottoscritto e non le persone appartenenti al gruppo di lettura».

«Una lettera rivolta al sindaco e all'assessore, protocollata i primi di ottobre, in cui si richiedeva di ridare vita al gruppo di lettura, è stata firmata da 35 persone. Che cosa significa questo? Che dietro di me c'è un gruppo di persone che soffre e ha sofferto quello che è accaduto. E tuttavia è avvenuta una personalizzazione eccessiva del contenzioso. Il che non rende giustizia alla realtà sociale costituita dal gruppo di lettura del giovedì».

«Terzo: la questione della «chiusura» del gruppo di lettura del giovedì rimane una ferita aperta, a mio avviso, e dovrebbe essere compito dell'amministrazione sanarla, con un gesto di apertura e di buonsenso. Il gruppo di lettura, che, autoconvocandosi, ha scelto di leggere dei libri di narrativa provenienti dal mondo russo, ha diritto di essere ascoltato e di ritornare ad avere un ruolo nella vita culturale cittadina, in piena luce, con il supporto dell'amministrazione. Anche senza il coordinamento di Enrico Ernst».

«Quarto: mi pare di avere fatto la mia parte. In primo luogo, lavorando (gratuitamente) in questi anni per dare una fisionomia a un gruppo di lavoro. Poi, parlando e suscitando discussione e interesse intorno al gruppo di lettura del giovedì in un momento decisamente difficile. Il gruppo di lettura era ed è una risorsa non di pochi ma, potenzialmente, di tutti i cittadini di Cinisello Balsamo».

«A questo punto penso di potermi concedere un po' di riposo. Non smetterò di pensarmi come un operatore culturale che ama il suo lavoro e che considera con serietà il suo compito di offrire alle persone (dai bambini «in su») una via per la lettura e la scrittura, intese come utili e profonde attività di scoperta e di evoluzione spirituali».

«Sono state davvero settimane intense e «dure» e io non ho il diritto di sottoporre me e la mia famiglia a questo stress continuo. Se il problema sono io, tolgo il disturbo».

«Ringrazio tutti i cittadini e le realtà sociali e politiche che si sono interessate alla questione e hanno offerto solidarietà e amicizia al gruppo di lettura e al sottoscritto».

«Lascio in eredità una storia importante di condivisione e di lavoro culturale e sociale. Mi metto da parte. Mi auguro che questo possa facilitare la risoluzione intelligente e giusta di una questione che, piccola quanto si vuole, ha un suo preciso spessore».

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