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Cinisello Balsamo Cinisello Balsamo / Piazza Antonio Gramsci

25 aprile, Rifondazione Comunista: «Storia triste in una giornata di Festa a Cinisello»

La denuncia della segretaria del partito di Rifondazione Comunista Nadia Rosa: «Da Cinisello a Milano, la stessa passione. Una sola differenza: a Milano nessuno ha fermato il nostro striscione e nessuno ci ha chiesto i documenti come avvenuto a Cinisello Balsamo»

«Da Cinisello a Milano, la stessa passione. Una sola differenza: a Milano nessuno ha fermato il nostro striscione e nessuno ci ha chiesto i documenti. Questo è l'amaro commento del segretario del partito Rifondazione Comunista Nadia Rosa a Cinisello Balsamo dopo la manifestazione del 25 aprile.

Nel suo racconto spiega cosa è successo durante la manifestazione a Cinisello Balsamo il 25 aprile: «Un anno passa in fretta, ma in politica spesso può portare con se cambiamenti epocali, anche in una cittadina dalla marcata tradizione democratica come Cinisello Balsamo. Sono ormai passati una decina d’anni dalla mia prima elezione a segretaria cittadina del partito della Rifondazione Comunista, incarico che sono orgogliosa e onorata di ricoprire tutt’oggi».

Prosegue Nadia Rosa: «Ebbene mai avrei pensato di dover denunciare un fatto di simile, un episodio politicamente gravissimo di cui è stato vittima il nostro partito (e non solo), proprio il giorno delle celebrazioni per la Liberazione dal Nazifascismo».

Da qui il racconto della mattinata: «Tutto è cominciato come ogni anno, con le compagne e i compagni riuniti fuori dalla chiesa in piazza Soncino, in attesa della partenza del corteo cittadino. Dispiegate le bandiere e il nostro striscione, che io stessa ho portato insieme alle altre compagne e compagni lungo tutto il percorso (ogni anno ne facciamo uno diverso dato che per la nostra comunità il 25 aprile rappresenta, insieme al 1 maggio, l’appuntamento più importante dell’anno), ci uniamo alle altre forze politiche e associazione presenti, intonando canti gioiosi e slogan, nonostante quest’anno avessimo dimenticato il megafono che di consueto utilizziamo in questa occasione affinché si uniscano alla festa anche le numerose cittadine e cittadini che si affacciano dai balconi applaudendo al passaggio del corteo».

Prosegue Rosa: «Eravamo comunque felici in quanto lo spezzone in cui abbiamo sfilato era particolarmente animato e colorato, grazie alla presenza delle compagne e dei compagni del Collettivo 20092 e le famiglie del Movimento Casa (che, con i loro numerosi bambini, hanno un pochino abbassato l’età media di un corteo dove purtroppo il bianco dei capelli era il colore preponderante)».

Poi avviene un fatto: «Carichi e festosi, nonostante la pioggia che ha determinato un piccolo rallentamento del pezzo in cui sfilavamo, riusciamo anche noi ad arrivare all’imbocco di piazza Gramsci, pronti ad ascoltare il comizio delle istituzione e dei rappresentanti dell’Anpi. Ma l’accoglienza che abbiamo ricevuto non è stata quella di sempre: niente applausi per noi questa volta, ma una dottoressa della questura accompagnata dai suoi colleghi, che blocca il nostro striscione e le nostre bandiere all’altezza della banca e ci dice che non ci è consentito accedere alla piazza in quanto il nostro corteo non risultava autorizzato».

C'è sgomento e tristezza nelle parole della segretaria: «Sgomenti facciamo presente che siamo parte del corteo cittadino, con il quale abbiamo sfilato dall’inizio della Manifestazione. A quel punto ci viene contestato il fatto di non aver comunicato in prefettura la presenza dello striscione e, alle nostre rimostranze (sono 13 anni che portiamo uno striscione, sempre diverso, alla manifestazione cittadina e nessuno ci ha mai informato si trattasse di una pratica illegale) ci è stato chiesto, anzi no, ordinato, di fornire i documenti per l’identificazione; chissà se l’Associazione dei Cani della Protezione Civile aveva segnalato la presenza del proprio striscione, speriamo, altrimenti sono certa avrebbero ricevuto il nostro stesso trattamento, cosa davvero un pochino triste in una giornata di Festa».

E ancora: «Siamo invece certi che a ricevere il nostro stesso trattamento siano stati i compagni e le compagne dello Spazio 20092, ai quali invece è stato contestato l’utilizzo non autorizzato del megafono. E pensare che noi eravamo così contenti che l’avessero portato, visto che noi quest’anno, come detto, a differenza degli scorsi (almeno 13) anni l’abbiamo dimenticato. A loro va la nostra solidarietà».

Nadia Rosa continua: «Dopo essere stati identificati siamo infine arrivati in piazza, in tempo per ascoltare gli appelli all’unità, per sentire parlare di Gramsci, dell’importanza della lotta partigiana e per il ringraziamento di aver partecipato anche quest’anno alla manifestazione cittadina. Scriviamo sentire, ascoltare e non vedere in quanto, davanti al nostro striscione, si sono posizionate le forze dell’ordine e quindi non siamo riusciti a veder bene quanto accadesse sul palco».

Chiude la segretaria: «Il partito della Rifondazione Comunista di Cinisello Balsamo ritiene quanto accaduto e sopra descritto politicamente gravissimo. Pertanto chiede alla sindaca Siria Trezzi di verificare in tempi brevi l’accaduto con le forze dell’ordine, affinché si chiarisca se da oggi a Cinisello Balsamo questo è il trattamento che deve aspettarsi una forza politica democratica che ha fatto dei valori della Resistenza antifascista la base del suo agire politico, e se lo stesso trattamento sarà riservato a tutti le giovani e i giovani che, anche se in modo critico rispetto all’amministrazione, si impegnano nella città per migliorarla e renderla più accogliente».

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