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Visentin di "NOI con L'ITALIA": «"Mozione antifascista" è un pastrocchio e sa di patente»

Il consigliere comunale di "NOI con L'ITALIA" Riccardo Visentin si è astenuto dalla votazione dell'ordine del giorno sulla cosiddetta "mozione antifascista" presentata dalla maggioranza durante il consiglio comunale di venerdì 26 gennaio

Il consigliere comunale di "NOI con L'ITALIA" Riccardo Visentin, assieme alla lista civica "Cittadini Insieme", si è astenuto dalla votazione dell'ordine del giorno sulla cosiddetta "mozione antifascista" presentata dalla maggioranza.

Visentin spiega le ragioni di questa scelta: «Viene inserito un concetto di diniego degli spazi comunali, oltre che di patrocini, a chi non dovesse produrre una dichiarazione esplicita di essere antifascista. Questo fantomatico documento, motivo anche di una mia interrogazione, non si sa come sarà fatto o formulato, ma ha tutto il sapore di una sorta di “patente” o “bollino”».

Prosegue il consigliere: «Una volta ricevuta la “patente” di antifascista, l’associazione o il singolo cittadino potranno fregiarsi il fregio di “Vero Antifascista”. Mi immagino quale possa essere la relazione tra un’associazione che si occupi di escursioni in montagna o di amanti della subacquea, per fare alcuni esempi, e l’antifascismo».

Continua Visentin: «Azione questa, del documento da sottoscrivere strumentale e con chiari passaggi ideologici. Inoltre, nell’ordine del giorno, si dichiara che saranno individuati strumenti amministrativi, per rendere efficace la sua applicabilità. Anche su questo punto, visto anche quanto espresso di recente dal segretario generale del Comune di Milano, sullo stesso tema (stesso ordine fotocopia di quello proposto a Cinisello Balsamo), sarà estremamente complicato, per non dire impossibile, che vengano trovati strumenti amministrativi, con aggravio di costi per tutta la collettività».

E poi: «Inoltre, viene fatto un rimando alla Costituzione immagino agli articoli 2-3 (senza citarli), confondendo i diritti inviolabili dell’uomo e la pari dignità senza distinzione di sesso, con “l’orientamento di genere”. Un vero pastrocchio».

Chiude Visentin: «L’antifascismo e il non essere discriminatori vanno vissuti e insegnati nella scuola, nelle famiglie, nel vivere quotidiano, altro che patenti o bollini. La Costituzione italiana parla chiaro, e non va interpretata a proprio piacimento o peggio ancora, utilizzata per bassi scopi di propaganda».

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