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Gasparini difende l'emendamento sui vitalizi: «Critiche alla forma? Sostanza sta nei numeri»

La deputata del Pd ed ex sindaco cinisellese difende l'emendamento sui vitalizi che riguarda la reversibilità, duramente contestato dal MoVimento 5 Stelle: «I miei esempi sono spesso coloriti, ma le mie parole sono state travisate e riportate in un contesto dispregiativo

Arriva a stretto giro la replica della deputata ed ex sindaco di Cinisello Balsamo Daniela Gasparini dopo le accuse arrivate dal MoVimento 5 Stelle su un suo emendamento alla legge sui vitalizi.

Così Gasparini: «Desidero condividere un pensiero con le persone che conosco e che mi conoscono. Sta creando molta polemica un emendamento a mia firma alla legge che cancella i vitalizi per tutti i parlamentari, legge sottoscritta anche da me. È un emendamento approvato in commissione, condiviso con il relatore Matteo Richetti, votato nel testo base anche dal M5S e riguarda solo le persone che stanno percependo una reversibilità e non hanno altro reddito».

La deputata si spiega: «Quindi persone prevalentemente anziane e che non possono fare nessun lavoro. Questa è stata l'affermazione che ha creato tanto scandalo, perché da un’intervista telefonica rilasciata a "Il Fatto Quotidiano", è riportato questo concetto in maniera maliziosa, ponendo le mie parole in un contesto dispregiativo».

Gasparini ricorda l'intervista: «Per rendere l’idea ho dichiarato qualcosa che suonava più o meno così: "…il coniuge di un parlamentare deceduto, che avrà anche lui 70 anni, non può più fare né la sguattera né il giardiniere per arrotondare l'improvvisa diminuzione di reddito causata dalla nuova legislazione”».

Gasparini si difende: «Chi mi conosce sa che i miei esempi sono coloriti, ma senza alcuna arroganza o classismo; se qualcuno si è offeso certamente me ne dispiaccio, ma ancora una volta tutti i commenti si sono fermati alla forma, senza entrare minimamente nel contenuto dell'emendamento alla legge che cancella i vitalizi dei “vecchi” parlamentari».

Infine sciorina un po' di numeri: «L’emendamento nasce dalla necessità di tutelare i familiari senza altro reddito, che percepiscono un assegno di reversibilità. Un esempio: il vitalizio di un parlamentare che ha fatto una legislatura passa da circa 2200 euro a circa 800 euro con il ricalcolo contributivo retroattivo al 31/12/2011, di conseguenza la reversibilità passa da 1.320 euro a 480 euro. Con l'emendamento contestato, per chi non ha altro reddito, si calcola il 20% in più, quindi, anziché 480 euro, percepirebbe 576 euro. I numeri parlano da soli».

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