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Corsico Duomo / Piazza Giuseppe Missori

Appena scarcerato si presenta così dalla ex: "Ti butterò l'acido in faccia e ti farò a pezzi"

Lo stalker è stato arrestato di nuovo dai carabinieri della Compagnia di Corsico. La vicenda

"Vedrai che ti butterò l'acido in faccia e ti farò a pezzi". Sono state queste parole scritte in un messaggio a far scattare la molla nella donna, che a quel punto, consigliata dal custode del suo condominio, ha subito chiamato i carabinieri. 

Ora che i militari hanno messo di nuovo le manette ai polsi dell'uomo che per mesi l'aveva assillata e terrorizzata - tanto da essere rimasto in carcere da dicembre 2017 ad ottobre 2018 per quella ragione - è difficile dire se quelle minacce di morte si sarebbero concretizzate o meno. Di certo, quando i carabinieri della stazione di Opera, comandati da Sebastiano Cubeta, sono intervenuti nel condominio della donna, lo hanno trovato davanti alla porta dell'appartamento di lei: bussava con insistenza.

A finire così in manette è un uomo di 35 anni, Ebrahim K., originario del Niger e domiciliato a Noverasco (Mi). Noto anche per reati di stupefacenti, il nigerino era stato arrestato il 7 dicembre del 2017 proprio dopo diverse denunce da parte della donna, una congolese di 32 anni, della quale si era follemente innamorato. Il nuovo arresto, avvenuto nel pomeriggio di mercoledì, è di nuovo 'codificato' come atti persecutori, aggravato dalla pericolosità del soggetto e dalla evidente possibilità di reiterazione del reato.

Nei giorni precedenti infatti il 35enne era tornato 'alla carica' con lo stesso impulso di prima. Nonostante i dieci mesi di carcere. A riferirlo ai militari, coordinati da Pasquale Puca comandante della Compagnia Corsico, è proprio la sua vittima. Già la sera del 2 novembre aveva trovato 'casualmente' l'uomo sul tram 24 di Milano, in zona Missori. Durante il viaggio lui la fissava e al capolinea si era avvicinato a lei convincendola a parlare e promettendole che non le avrebbe più dato fastidio. Infine, le aveva chiesto il numero di telefono.

Da quel giorno erano iniziate le chiamate assillanti, giorno e notte, e i messaggi. Prima affermando di perdonarla per la denuncia perché l'amava ancora, poi con le scuse più disparate come quella di darle delle chiavi oppure quella di prendere degli effetti personali in casa di lei. Così come aveva provato a contattare anche un amico della donna, che alla fine aveva bloccato il suo numero.

Minacce che hanno mandato nuovamente nel terrore la 32enne e che per fortuna sono rimaste soltanto parole. Per Ebrahim K., infatti, si sono riaperte le porte del carcere di San Vittore. Sperando che questa volta possa bastare. 

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