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Viale Molise Via Laura Ciceri Visconti

Interviene per "difendere" i bimbi da una rissa: uomo accoltellato al cuore, preso l'aggressore

L'aggressione sabato in via Ciceri Visconti. Arrestato un ragazzo di ventinove anni

Aveva appena finito di festeggiare con tutti i suoi parenti in un ristorante di via Laura Ciceri Visconti e una volta in strada era stato attirato da urla, parolacce e minacce. Così, per "difendere" i bimbi della sua famiglia da quella violenza, aveva deciso di intervenire per cercare di calmare gli animi. In cambio, invece, aveva "guadagnato" una coltellata in pieno petto che lo aveva quasi ammazzato, costringendo i medici del Niguarda a compiere un vero miracolo per salvarlo. E lui, proprio da un letto del Niguarda, due giorni dopo ha aiutato i poliziotti a incastrare il colpevole. 

Un ragazzo di ventinove anni - Bouhami Bassem, tunisino, irregolare in Italia e con precedenti per rissa, lesioni e porto di coltello - è stato fermato dagli agenti della Squadra Mobile di Milano con l'accusa di tentato omicidio nei confronti di D.K., un uomo marocchino di trentotto anni. 

Le strade di vittima e aggressore si erano incrociate poco dopo le 16 di sabato. Quel giorno, dopo un pranzo in famiglia, il 38enne era stato testimone di una rissa tra tunisini nel parchetto di via Ciceri Visconti e si era avvicinato per chiedere ai contendenti di smetterla e di abbassare i toni. Uno del gruppo, però, lo aveva subito aggredito e gli aveva sferrato una coltellata al petto prima di fuggire e far perdere le proprie tracce.  

L'aggressore tradito dal profilo Facebook

Il fendente, che aveva colpito anche la parte finale del cuore, aveva quasi ammazzato il marocchino, che ancora oggi si trova ricoverato in prognosi riservata al Niguarda, dove i medici sono riusciti a rianimarlo anche dopo un arresto cardiaco.

Le indagini della Mobile, diretta da Lorenzo Bucossi, erano partite immediatamente e in Questura erano stati ascoltati diversi testimoni dell'aggressione. In tanti avevano ripetuto un nomignolo, "Bassam", indicandolo come l'uomo che aveva sferrato la coltellata. 

A quel punto, gli agenti della sezione Omicidi - guidata da Achille Perrone - hanno cercato tracce e riscontri su quel nomignolo, che li ha portati dritti a un profilo Facebook con un nome e cognome completo. Quel nome, una volta inserito negli archivi della Questura, ha restituito il profilo del tunisino 29enne, che risultava residente poco lontano da via Ciceri Visconti. I poliziotti, però, lo hanno trovato lunedì sera a casa di un egiziano - totalmente estraneo ai fatti - in via degli Appennini: una sorta di rifugio che gli aveva procurato sua moglie e che da lì a poco avrebbe lasciato.  

Gli investigatori, coordinati dal pm Luca Gaglio, lo hanno fermato prima che andasse via e mercoledì il fermo è stato convalidato. Decisiva per le indagini è stata l'immagine che i poliziotti hanno recuperato su Facebook prima e dai loro archivi poi: proprio quella foto è stata riconosciuta dai testimoni e dalla stessa vittima. 
 

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