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"Schiava" della prostituzione per un anno: salvata dai carabinieri

L'incubo di Svetlana inizia lo scorso giugno quando un connazionale le propone di lavorare in Italia. Ma è costretta alla strada. Ora la 17enne romena sta bene. Arrestati gli aguzzini

L’hanno portata in Italia con la promessa di un lavoro. Si è ritrovata sulla strada, a vendere il suo corpo, minacciata da un connazionale. Così l’Italia, che per Svetlana (nome di fantasia), rappresentava l’opportunità di una vita migliore si è trasformata in un incubo a occhi aperti. A salvarla da una vita di schiavitù sono stati i carabinieri della compagnia di Legnano, che hanno raccolto la sua denuncia e, su impulso di Ester Nocera, pubblico ministero della procura di Milano, hanno avviato le indagini che hanno portato ad incastrare gli aguzzini.

La triste storia di Svetlana inizia nel giugno dell’anno scorso quando conosce - in Romania - quello che diventerà il suo protettore: Leonard, 23enne. Lui le promette un futuro da sogno in Italia: un impiego come cameriera nel ristorante di un amico e l’opportunità di aiutare economicamente la famiglia. Svetlana accetta e parte col ragazzo. Alla frontiera capisce che qualcosa non va. Il suo accompagnatore paga duecento euro a un poliziotto della frontiera romena. Poi, una volta terminato il viaggio, la porta  in un campo nomadi di Corsico. Il lavoro di cameriera scompare.

La 17enne viene portata sulla strada. Deve vendere il suo corpo. La fidanzata di Leonard - Cristina - le insegna i trucchi del mestiere. La giovane viene costretta a prostituirsi alla rotonda della Poglianasca di Arluno. Una vita dura, alla mercé dei clienti. Ogni giorno dalle nove del mattino alle sette di sera. Pochi soldi in tasca, quasi tutto viene ritirato dal suo sfruttatore.

Svetlana è controllata a vista. Ogni volta che cerca di scappare viene ritrovata e picchiata. La svolta arriva a dicembre. Svetlana approfitta di una distrazione di Cristina. Chiede un passaggio ad un cliente e si presenta disperata alla stazione dei carabinieri di Arluno. Il comandante ascolta il suo racconto per ore. Svetlana, finalmente, si sente al sicuro e decide di denunciare i suoi aguzzini. Viene subito portata in una comunità protetta.

Il pm, però, vuole andare fino in fondo. Viene avviata un’indagine meticolosa. Leonard e Cristina vengono pedinati, controllati dai carabinieri. sabato scorso l’epilogo.I militari, con un blitz, eseguono i fermi dei due. Durante la perquisizione nella loro baracca - nel campo nomadi di Corsico - viene trovato il passaporto di Svetlana. Ora per Leonard C., il Gip, Roberta Nunnari, ha emesso una misura cautelare in carcere, per Cristina Buzuloiu la misura dell’obbligo di dimora presso il campo nomadi con obbligo di presentazione al comando carabinieri di Corsico ogni giorno. Svetlana, invece, è al sicuro e può ora guardare avanti, sognando, davvero, un futuro migliore.

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