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Niguarda Isola / Via Garigliano

Erano il terrore di Isola, 18 furti in 5 mesi: sgominata gang di italiani

Uno dei quattro, in una comunità di recupero, sfruttava le uscite per organizzare i furti. In quasi venti furti in zona isola avevano racimolato un bottino di 250mila euro

Erano il terrore del quartiere. In cinque mesi avevano commesso 18 furti ai danni di uffici pubblici e privati in zona Isola, a Milano, realizzando un bottino di oltre 250mila euro. Ma nei giorni scorsi gli agenti del commissariato 'Garibaldi-Venezia' hanno arrestato i quattro componenti della banda, tutti italiani, e restituito gran parte della merce rubata.

A incastrarli una serie di filmati che li ritraggono all'opera.

Le indagini sulla banda sono iniziate tra aprile e maggio scorso, a seguito dell'analisi dei diversi furti commessi in zona Isola, a Milano. Alcune "costanti", come l'apertura della porta e la tipologia della refurtiva (soprattutto buoni pasto e dote scuola della Regione) hanno spinto gli investigatori a ipotizzare l'esistenza di un unico gruppo, capace anche di 4-5 colpi a settimana.

Il bottino dei 18 colpi commessi hanno fruttato tra 260 e 280mila euro, e solo un centinaio sono stati recuperati dalla polizia. Gli arrestati sono tutti pregiudicati: Alessandro S., di 38 anni, Z. Davide, di 35 anni, Giovanni T. e Gioacchino M., entrambi di 41. Indagato anche il titolare di un bar in zona San Siro risultato connivente con la banda, per la quale riciclava i ticket cambiandoli in contanti e incassando una percentuale.

A portare sulla buona strada gli agenti è stato un pezzetto di carta lasciato sul luogo di uno dei furti, su cui era segnato l'indirizzo di una scuola di Parma. A pochi giorni dal ritrovamento, la banda ha colpito in quell'area. E' iniziato così un lavoro di monitoraggio alla vecchia maniera, senza intercettazioni e gps ma soltanto con pedinamenti.

Gli agenti del commissariato Garibaldi-Venezia hanno sequestrato nel tempo tutte le auto a disposizione della banda, costringendoli alla fine a commettere i furti in bicicletta e a piedi. Grazie alle telecamere installate lungo il percorso dei ladri è stato possibile identificarli.

S., ritenuto il capo, era affidato a una comunità di Vercelli alla quale chiedeva permessi d'uscita che sfruttava per organizzare e realizzare i furti. Quando gli agenti si sono presentati nel suo appartamento per arrestarlo, aveva già le valige pronte per scappare. "Il mio assistente sociale mi aveva detto che ero ricercato", ha confessato ai poliziotti, che hanno dovuto indagare l'assistente per favoreggiamento personale.

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