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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Urban Centre e CdQ, ecco le verità della civica Città per Cambiare

Sul Contratto di Quartiere e l’Urban Centre di Bollate interviene anche la lista civica di maggioranza Città per Cambiare (di cui si vocifera uno scioglimento in vista delle prossime elezioni comunali). Ecco di seguito il comunicato

Sul Contratto di Quartiere e l’Urban Centre di Bollate interviene anche la lista civica di maggioranza Città per Cambiare (di cui si vocifera uno scioglimento in vista delle prossime elezioni comunali). Ecco di seguito il comunicato.

«Forse non tutti sanno (o fanno finta di non sapere) che il primo Contratto di Quartiere risale alla fine degli anni ’90 e già da allora venne fatto per affrontare il grande e tutt’ora irrisolto problema della mancata manutenzione delle case Aler costruite a Bollate in via Turati».

«Prevedeva la demolizione e la ricostruzione delle abitazioni in maniera più funzionale alla manutenzione e alla gestione da parte di Aler, ma allora l’edificio, come per incanto, si trasformò da pessimo esempio di sperimentazione urbanistico-architettonica ed edilizia, in opera d’arte da sottoporre a vincolo da parte della Sovrintendenza».

«Emblematica è la rilettura di un articolo apparso sul Corriere della Sera del 27 dicembre 2004 “Non demolite le case Aler, sono opere d' arte. Era pronto il progetto per abbatterle. Stop della soprintendenza: edifici di pregio. Gli inquilini: una beffa, sembra Alcatraz”».

Inoltre ricorda Città per Cambiare: «L’edificio di cui stiamo parlando è un’opera incompiuta classica del nostro territorio. Infatti il progetto originale (architetto Canella, 1974-1978) prevedeva, nell’area dove oggi vi è il posteggio delle auto, un altro edificio che non è stato realizzato, a causa di proteste nate in luogo».

«Questo insediamento si porta dietro il non lusinghiero primato, di dividere l’opinione pubblica, sin dalla nascita, su ogni proposta che lo riguarda».

«Con l’adozione del Piano regolatore del 1984, sono state rese edificabili le aree dove oggi sorgono le 4 torri e l’edificio di via Parri, senza porre nessuna attenzione verso il degrado adiacente».

«Anche allora le proteste non mancarono, ma, con buona pace di tutti (comprese quelle persone che oggi si scatenano nelle proteste) le costruzioni furono realizzate, con il pretesto di offrire una casa a prezzi convenzionati, permettendo però di rivenderla pochi anni dopo al doppio del prezzo d’acquisizione».

«Nella storia recente, sull’area del Contratto di Quartiere abbiamo visto proporre e progettare di tutto:, l’eliminazione di fontana e giardini (proposta Prof.Ardito, 2007) per far spazio a viali d’ingresso, la demolizione, lo spostamento l’apertura di varchi e passaggi nell’edificio, di costruire sul tetto appartamenti da destinare a chi più conveniva al momento (infermieri, polizia locale, carabinieri), e poi aree produttive, supermercati, centri artigianali, caserme, edifici residenziali, sedi ASL».

«Nel 2009 sono anche stati fatti accordi per concedere, da parte di chi oggi cavalca la protesta, adeguata compensazione a chi avrebbe dovuto fare l’investimento manutentivo, venne  accantierata l’area di Via Don Uboldi e scavata una buca, ricoperta dopo poco tempo».

«Anche in tempi recenti abbiamo visto il susseguirsi di ipotesi progettuali che hanno risentito, nella loro messa a punto, di eccessiva fretta decisionale, scarsa attenzione alla mutata e difficile situazione economica e, non ultimo, limitata partecipazione».

«Nei fatti, poco o niente è stato però mai avviato per arrestare il degrado delle case e per quello (molto più grave) di tante persone che ci abitano. A più di 35 anni dalla loro realizzazione, chi protestava contro il vincolo, invocando l’intervento della Regione, oggi protesta contro l’invadenza della Regione; chi ha permesso il vincolo della Sovrintendenza, oggi protesta contro l’avvio dei lavori».

«Abbiamo assistito a comportamenti camaleontici da parte di molte persone, si sono spesi tanti soldi pubblici in progetti, terreni, commissioni, incontri pubblici, senza però mai arrivare agli attuali livelli di inciviltà e di strumentalizzazione della protesta».

«Infatti non vi è traccia nella storia di Bollate, persino nelle pagine più grigie e buie della vita “politica” di un gruppo di persone che spaventa e inquieta i familiari di un sindaco (bambini e un genitore anziano) con l’aggravante che nel gruppo vi era chi, le istituzioni è chiamato a rappresentarle; ci chiediamo il perché di questa escalation, e la risposta che stiamo entrando in un periodo pre-elettorale, può parzialmente soddisfare solo la pochezza umana di chi ha dormito sino adesso e ora cavalca la protesta».

«Infine è paradossale che oggi, quando sono finalmente iniziati i lavori di ristrutturazione delle case Aler di via Turati, la protesta raggiunga questi livelli. L’area commerciale, l’Urban Centre e la riqualificazione della piazza (che presto tornerà in uso ai cittadini più bella e più funzionale di quanto lo è ora) fanno parte a pieno titolo del Contratto di Quartiere che sta muovendo i primi passi concreti e reali verso la riqualificazione di un intero quartiere di Bollate».

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