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Bollate Insieme su Urban Centre: «Chi urla di più non ha più ragione»

Lunga analisi della lista civica Bollate Insieme in merito a quanto sta accadendo a Bollate intorno alla diatriba sull'Urban Centre. E sono parole destinate a riscaldare ulteriormente il dibattito in città

«Non sempre, anzi quasi mai, chi urla di più ha più ragione (libera traduzione dal milanese “Chi vusa pussè la vacca l’è sua”)».

Comincia così il lungo comunicato della lista civica Bollate Insieme sulla questione Urban Centre.

Si inizia parlando del vecchio CdQ targato Pd: «Il contratto di quartiere targato Stelluti-Catenacci (per intendersi) prevedeva la costruzione di un polo sociale sui prati originariamente destinati alle case popolari, un supermercato (che alla Coop allora andava bene, mentre ora non più e lo commissiona in area Timavo dove ci sono già due supermercati), un edificio per accogliere servizi all’altro capo di via Attimo e un intervento sulla piazza, più volte rivisitato per non diminuire le piazzole del mercato».

E si continua sul passato: «Allora andava tutto bene! Per il Pd e anche per la FdS, per il presidente della commissione De Ruvo e per l’assessore all’urbanistica Catenacci, che consapevoli del ruolo pubblico e dell’importanza del Contratto di Quartiere per Bollate, sostenevano gli interventi e aggiungevano, pur di garantire il risultato, altre case popolari in via Donadeo».

Poi si passa al presente: «Ora le stesse forze, contestano l’Urban Centre, prima dicendo che non serve a niente e poi, quando è per loro possibile deliberare in Consiglio la sua “soppressione o sospensione” perché liberi dalla presenza della “poco democratica” maggioranza che non lascia loro decidere cosa fare, cambiano repentinamente opinione dicendo che “sì che serve, ma che va fatto in un altro posto”».

Bollate Insieme spiega le sue proprie scelte politiche: «A Bollate ci sono 7 compagnie teatrali che lavorano da anni (alcune da decenni) con centinaia di persone che non hanno un luogo dove provare e dove presentare il proprio lavoro. Le richieste di aiuto e di spazi si sono susseguite per tutta la precedente amministrazione».

La lista civica incalza: «Sull’edificio del vecchio Comune (ora sede di Comuni Insieme e del Distretto Sanitario) sono stati presentati negli anni concorsi e progetti (in giunte di centro-sinistra) per realizzare spazi di incontro, di divertimento, di spettacolo, di cultura per animare la città. Allora servivano, oggi non servono più?».

Bollate Insieme rispolvera il leut motiv “Bollate città morta”: «La più frequente e importante critica espressa negli ultimi vent’anni a Bollate è: la nostra è una città morta. Un paese dormitorio, che allontana i giovani e spegne le occasioni, priva di luoghi di incontro, di cultura e di divertimento».

Da qui al nuovo Urban Centre: «A questo serve, a creare luoghi idonei e occasioni di incontro, a dare vita alla città e voce alle persone che vi abitano, a far incontrare, a dar vetrina all’arte e alla cultura, ad animare le sere e creare spazi di confronto. Per questo vogliamo l’Urban Centre: perché è un’occasione di vita per animare Bollate».

Poi si parla delle parrocchie: «Il Cinema Splendor con il Centro Paolo VI, nel contesto più ampio della parrocchia,  è stato (e ci auguriamo sarà) uno di questi luoghi, di svago e di cultura. La parrocchia, pur in dichiarata difficoltà, non intende però cederli né affidarne a terzi la gestione, in un’ottica comprensibile e per parte nostra condivisibile, e pertanto non possono sostituire il “luogo pubblico” per anni progettato».

Poi sul progetto di Piazza della Resistenza: «Ci sembra perciò che il percorso di scelta e di realizzazione di questo spazio della comunità sia coerente nel tempo e utile alla città. La piazza non scomparirà affatto, anzi si ripresenterà a tutti i cittadini di Bollate a breve più verde, più attrezzata, più pedonale e più vivace.  Nulla sarà tolto al mercato. In più sarà data alla città un’occasione preziosa che apporterà vitalità, partecipazione, cultura e divertimento per tutti: bambini, giovani, artisti, terza età e, se ne saremo capaci, un polo attrattivo anche per i nostri vicini. Questa sarà la vera sfida per i bollatesi e per i partiti».

Poi l’analisi va sulle contestazioni: «Confondere la rispettabile opinione degli abitanti della piazza, indignati per la sua manomissione, con l’opinione di tutta la città è però sbagliato.  Due amministrazioni di diverso segno politico hanno progettato un intervento radicale sul quartiere, già due volte fallito prima, e ora in corso di realizzazione, che ridisegna piazza e quartiere:  questo è il Contratto di Quartiere, non la sola idea di ristrutturare le case di via Turati, ma l’idea di un intervento complesso su cinque assi (sicurezza, commercio, socializzazione, nuove abitazioni e recupero dell’esistente e integrazione). Questo è quello che la giunta Vassallo-Stelluti ha progettato e che l’attuale maggioranza ha completato e attuato».

La chiosa è un attacco alle opposizioni: «A vedere quanto sta succedendo nel Pd e in FdS parrebbe essere giunta l’ora di scrivere un nuovo libro di successo: “La coerenza non è più una virtù”.  Come i nuovi candidati insegnano, bisogna cavalcare l’onda; mantenere ferme le proprie posizioni non è più di moda».

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