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Rozzano Rozzano / Via Mimose

Violento pestaggio e spari per "avvertimento": Rozzano, un arresto

L'agguato (per motivi presunti di droga) sabato 6 ottobre. Dopo qualche giorno i carabinieri hanno arrestato un membro del commando

E' stato catturato uno dei responsabili dell'agguato a colpi di kalashnikov e del successivo pestaggio avvenuto a Rozzano sabato 6 ottobre alle dieci e mezza di sera tra via delle Mimose e viale Lombardia. I carabinieri sono ora sulle tracce dei complici, pare almeno altri quattro o cinque. Lo scenario, almeno secondo l'ipotesi investigativa, è quello della lotta per il controllo delle piazze di spaccio, a giudicare dai precedenti sia della vittima sia del colpevole finora individuato (e già in carcere).

La compagnia di Corsico dei carabinieri, competente per territorio, ipotizza in particolare una guerra tra albanesi (nazionalità dell'arrestato) e marocchini (nazionalità della vittima). I fatti sono stati raccontati proprio da quest'ultimo, ma anche da alcuni testimoni. L'agguato è iniziato nei pressi di un bar in via delle Mimose ad opera di persone arrivate con tre scooter. Ma la vittima, un 27enne marocchino, è riuscita a sfuggire ai colpi d'arma da fuoco e ha camminato verso viale Lombardia, in direzione (dirà lui stesso) della caserma. 

Qui è stato però nuovamente intercettato dal "commando" che l'ha aggredito, questa volta con un violento pestaggio di calci, pugni e bastonate in testa. Infine gli aggressori hanno sparato due colpi d'arma da fuoco (verranno ritrovati due bossoli di kalashnikov) a mo' di avvertimento, senza colpirlo. Rimasto solo, con la faccia insanguinata, il marocchino è stato visto dalla pattuglia di carabinieri e portato in ospedale. 

Le indagini hanno inchiodato un albanese di 26 anni, con precedenti per droga e armi, affidato in prova ai servizi sociali ma con pena sospesa, che dopo l'arresto si trova a San Vittore. Ancora liberi gli altri membri del commando, come si diceva altre quattro o cinque persone. Che non hanno esitato a organizzare una spedizione punitiva e anche a sparare in una zona densamente abitata (è il quartiere di case popolari che ha vie con nomi di fiori). 

E' lo stesso quartiere in cui, nel mese di agosto del 2003, l'allora 27enne Vito Cosco aprì il fuoco contro due giovani rozzanesi ma uccise anche un pensionato e una bambina di due anni in braccio alla sua mamma perché una delle vittime "designate" aveva cercato riparo vicino a loro. Impossibile non pensare ai colpi di pistola troppo facili che talvolta, in passato, hanno animato Rozzano. Sembravano in realtà un ricordo e basta, ma ora (sia pure solo per "avvertimento") sono tornati. 

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