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Mauro, lo street artist morto sotto un treno

Aveva trentotto anni, era di Sesto San Giovanni e aveva alle spalle mostre e progetti d’arte

Nella sua vita aveva imparato da solo a disegnare, dipingere: era diventato - come amava definirsi - “un artista autodidatta”. Aveva avviato un progetto artistico cinque anni fa e aveva iniziato a collezionare esposizioni personali e collettive. Era uno street artist a tutto tondo Mauro Mantovani, il trentottenne di Sesto San Giovanni morto giovedì sera dopo essere stato investito da un treno proprio nella sua città

Ragazzo morto a Sesto (foto Guarino/MilanoToday)

Il dramma si è consumato poco dopo le 21: Mauro, che era nei pressi dei binari in via Venezia, è stato travolto da un convoglio diretto alla vicinissima stazione ed è morto sul colpo. I medici del 118 e i vigili del fuoco hanno lavorato a lungo per provare a salvargli la vita, ma per lui non c’è stato nulla da fare. 

Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, con la conferma dei familiari, si è trattato di un gesto volontario.  Nella serata di giovedì un anziano aveva notato un ragazzo aggirarsi sui binari poco prima della tragedia e aveva reso la sua testimonianza alla Polfer. "L'ho visto mentre scavalcava il muro e l'ho fermato - le sue parole -. Aveva una bici con sé e uno zaino, mi ha detto che andava a fare dei disegni e che sarebbe entrato dal cancello”.

Muore travolto dal treno: il racconto del testimone

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Quel ragazzo, però, ha accertato la Polfer si è poi allontanato, mentre il trentottenne è andato sui binari per togliersi la vita.

Anche lui era arrivato lì in sella alla sua bicicletta: è stata trovata lì vicino, legata con una catena e un lucchetto, a due passi dal cancello d’ingresso. Lo zaino che aveva in spalla è stato invece recuperato accanto al suo corpo, dove gli agenti della Scientifica hanno repertato anche una bottiglia aperta e mezza vuota. Nella borsa, però, nessuna bomboletta spray: fogli, un libro, un mazzo di chiavi e il portafogli, nulla che faccia pensare alla sua intenzione di “graffitare” il muro. 

Molto conosciuto e apprezzato negli ambienti dell’arte, nel 2015 Mauro aveva lanciato il progetto “Industrial Art”: “Uno sguardo - raccontava lui stesso - puntato sulla società del nuovo millennio, sulla ricchezza, l'unicità e l'intimità del rapporto tra esseri umani”. Altra sua cifra stilistica era l’utilizzo di materiali scartati e ormai inutili, che era in grado di trasformare in opere d'arte, esposte più volte anche a Milano.

Poco più di un anno fa, nello stesso esatto punto in cui ha trovato la morte Mauro, aveva perso la vita Naryshev Svyatoslav, writer diciannovenne di origini russe. Il ragazzo - avevano poi accertato le indagini - era accanto ai binari con un amico e “collega” per effettuare un graffito, ma un treno in corsa li aveva sorpresi e sbalzati via. Per “Slav” non c’era stato nulla da fare, il ragazzo che era con lui era invece riuscito a cavarsela.  

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