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Coronavirus a Milano, aumentano i contagi. Scuole chiuse fino a metà marzo

L'ombra del virus entra nei palazzi del centro di Milano. 1.820 le persone positive, 73 i decessi

L'ombra del Coronavirus si allunga su Milano e la Lombardia. L'ultimo bilancio lombardo reso noto dalla protezione civile, alle 17 di mercoledì 4 marzo, è di 1.820 casi. 877 persone ricoverate negli ospedali lombardi e 209 di questi si trovano in terapia intensiva; 411, invece, si trovano in isolamento domiciliare. I deceduti sono 73, mentre le persone guarite sono 250.

Attraverso gli ultimi dati si evince che in Lombardia, rispetto a martedì 3 marzo, si sono registrati 300 nuovi casi. Sono aumentati anche i ricoveri in terapia intensiva (42 unità) e si sono registrati 18 nuovi decessi.

Nel corso della quotidiana conferenza stampa, il 4 marzo l'assessore regionale al Welfare Giulio Gallera a fronte dei numeri crescenti dell'emergenza ha dichiarato: "Riusciremo a rallentare o sconfiggere il coronavirus solo se gli stili di vita cambieranno". In particolare, come suggerito dal presidente della Lombardia, Attilio Fontana, l'indicazione è quella di evitare abbracci, strette di mano, contatti a distanza ravvicinata, limitando il più possibile i momenti ludici e di assembramento. "Chi è in possesso della mascherina la usi", ha aggiunto l'assessore al Bilancio, finanza e semplificazione Davide Carlo Caparini.

Scuole chiuse fino a metà marzo? L'ipotesi del governo

Le scuole di Milano e della Lombardia, come tutti gli istituti d'Italia, restano chiuse fino al 15 marzo per cercare di contenere la diffusione del Coronavirus. Il fatto era trapelato nel primo pomeriggio di mercoledì 4 marzo, ed è stato confermato dalla ministra Lucia Azzolina nel tardo pomeriggio. A Milano e provincia, come in tutta la Lombardia, gli istituti sono chiusi da lunedì 24 febbraio.

"Finalmente da Roma a Milano tutti hanno preso consapevolezza di quella che è realmente la situazione — ha detto il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana —. Le notizie secondo cui il Consiglio dei Ministri ha deciso di chiudere le scuole fino a metà marzo confermano che la linea assunta da subito dalla Regione Lombardia era quella corretta, l’unica per fronteggiare davvero il diffondersi del virus. Ora più che mai bisogna remare tutti nella stessa direzione, senza polemiche per tutelare la salute dei cittadini".

Sacco-Statale: "Coronavirus circolava da diverse settimane prima del paziente 1"

Un gruppo di lavoro della Statale e del Sacco ha effettuato la mappa genetica completa dei primi tre genomi isolati al nosocomio milanese. E' confermata la somiglianza con ceppi circolanti in Europa, soprattutto in Finlandia e in Germania, così come l'origine certamente cinese del Coronavirus. Ma viene anche confermato un sospetto: il virus circolava in Italia già diverse settimane prima della diagnosi effettuata il 21 febbraio sul cosiddetto paziente 1, il 38enne di Codogno. Al termine della ricerca sarà possibile stabilire una data più certa dell'ingresso del Coronavirus nel nostro Paese.

Il primario del Sacco: "Non credo che una situazione con queste caratteristiche si normalizzi al punto da tornare a breve alla normalità"

E intanto Milano potrebbe restare "sospesa" altri giorni. "Riaprire settimana prossima? È fantascienza. Non credo che una situazione con queste caratteristiche si normalizzi al punto da tornare a breve alla normalità". Lo ha affermato  Massimo Galli, docente alla Statale di Milano e primario dell'ospedale Sacco a 24Mattino, programma di Radio 24. "Mi auguro di sbagliarmi ma dovremo gestire questo virus per un periodo non così breve da poter far finta di niente a breve scadenza".

Nella giornata di mercoledì a Palazzo Lombardia è atteso il ministro della Salute Roberto Speranza che parteciperà a un incontro "per approfondire la situazione sanitaria della Regione e valutare quali ulteriori misure dovranno essere adottate in merito", ha annunciato il governatore della Regione, Attilio Fontana. Il vertice con il premier Giuseppe Conte, invece, avverrà in teleconferenza.

"Abbiamo individuato le proposte da presentare domani pomeriggio al Governo — ha puntualizzato Fontana —. Sono relative alle misure finanziarie da adottare per sostenere i nostri lavoratori e i nostri imprenditori che stanno subendo dei gravi danni dall'emergenza provocata dal COVID19". "Si tratta di proposte - ha continuato - che traggono origine, soprattutto, dagli incontri che abbiamo avuto con i diversi stakeholder, al cosiddetto Tavolo dello Sviluppo".

La scienziata-senatrice: "Ogni contagio è una biglia che ne colpisce altre due"

"Il contenimento del rischio esponenziale" è una delle chiavi "per permettere al sistema sanitario di reggere" allo tsunami Covid-19. Lo ha spiegato Elena Cattaneo, docente dell'università Statale di Milano e senatrice a vita, intervenendo in Senato durante la discussione sul decreto legge coronavirus. "Le statistiche - ha ricordato - ci dicono che ogni contagiato è come una biglia che ne colpisce altre due, contagiandole. Le misure che votiamo oggi e le prossime che il Governo sta già mettendo a punto hanno esattamente l'obiettivo di rallentare l'effetto esponenziale di queste biglie, per schiacciare la curva dei contagi, diluirli e distribuirli nei giorni e sul territorio, dando la possibilità ai nostri ospedali pubblici e privati di farsene carico".

Per Cattaneo, che loda la "trasparenza" adottata dalle istituzioni italiane nella gestione dell'emergenza, "serve un Paese unito che sappia farsi carico della responsabilità per fare fronte comune. Se non collaboriamo tutti, rischiamo di avvicinarci al precipizio", ha ammonito. "In questa nuova situazione la politica tutta, le istituzioni, il Governo e il Parlamento - ha proseguito - devono mantenere, nella gestione delle misure di contenimento, un atteggiamento razionale e modulare, non emotivo, alimentando la fiducia dei cittadini con la trasparenza".

Secondo la scienziata-senatrice "fiducia è la parola chiave: serve fiducia tra Stati, organizzazioni, istituzioni, media, studiosi e cittadini. Questa fiducia si alimenta non nascondendo nulla di quel che accade, ma al contempo assumendosi la responsabilità di non esasperare - per click, interesse, controllo sociale o pura incoscienza - le paure innate presenti in ciascuno di noi".

Aumentano i posti in terapia intensiva

In una settimana, ha precisato la Regione, sono stati creati 103 posti in più di terapia intensiva: 69 nei nosocomi pubblici, 34 nelle strutture private. Da 724 si è arrivati a 827, di cui 232 nelle strutture private e 593 in quelle pubbliche; ad essi vanno aggiunti i 176 posti "monospecialistici" in terapia intensiva, che però al momento non sono coinvolti nella gestione del Coronavirus.

Al Coronavirus sono dedicati 220 posti in terapia intensiva in Lombardia, di cui 167 occupati. E altri 50 posti saranno pronti nei prossimi giorni.

In Lombardia arrivano 350 nuovi infermieri

Sul fronte del personale, Gallera ha annunciato che la regione ha ottenuto una deroga dal ministero per assumere infermieri prima dell'iscrizione all'Albo: "Avremo circa 350 nuovi infermieri da immettere nel sistema intorno a metà marzo", ha affermato. E il ministro della Difesa Lorenzo Guerini ha messo ha disposizione 14 medici e 20 infermieri militari, pronti per entrare subito in servizio. Un accordo specifico verrà poi approvato mercoledì 4 marzo per consentire ai privati di lavorare nel pubblico.

Coronavirus, la Regione: "Lombardia è tutta zona rossa, servono misure per le imprese"

Un pacchetto di interventi per risollevare l'economia lombarda. È quanto presenterà nella giornata di mercoledì 4 marzo la giunta guidata da Attilio Fontana durante la conferenza con parti sociali, Regioni e governo.

"Il primo punto è quello di utilizzare il modello del Ponte Morandi, cioè riconoscendo attraverso un commissario, alle imprese colpite, un sostegno per il mancato guadagno o per le disdette" in base a una serie di parametri che abbiamo concordato. Lo ha detto il vice presidente della Regione Fabrizio Sala (assessore per la Ricerca, Innovazione,Università, Export e Internazionalizzazione) durante la conferenza stampa a Palazzo Lombardia. "La seconda questione", ha aggiunto "è che vogliamo che si consideri la Lomabardia tutta zona rossa economica".

Coronavirus, stiamo meglio o peggio di una settimana fa?

"Stiamo meglio o peggio di una settimana fa? Solo col passare dei giorni si potrà vedere la validità delle misure, non sono ancora passati i 14 giorni di incubazione del virus rispetto a quando abbiamo assunto le prime misure, ma ora serve uno sforzo dei cittadini". Lo dice il ministro della Salute, Roberto Speranza, a Di Martedì su la7.

La situazione sarà più chiara "non prima di un'altra settimana, dieci giorni. La situazione è seria, da non sottovalutare" e ci sarà "una evoluzione della diffusione globale ancora per alcune settimane" ha detto lo stesso Speranza nel corso del vertice sull'emergenza coronavirus, alla presenza di tutte le forze parlamentari. "Oggi scopriamo casi di persone contagiate precedentemente alle misure adottate dal governo".

Per Speranza l'obiettivo è il "contenimento della diffusione e la mitigazione dell'impatto sul servizio sanitario nazionale". Il ministro della Salute avrebbe sottolineato come "l'80% dei casi è simile a influenza, 15% casi invece gestibile con cure, mentre il 5%" dei casi si manifesta con "crisi respiratorie".

Coronavirus, le scuole cinesi donano un bancale di mascherine e guanti

Nella giornata di martedì 3 marzo l'unione generali delle scuole cinesi in Italia ha regalato alla Regione 30mila guanti monouso, 600 mascherine FFP3 e 400 tute protettive. Il bancale con gli articoli è stato recapitato direttamente a Palazzo Lombardia.

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Foto - Il bancale con tutti gli articoli donati

Il primario del Sacco: "Non abbiamo certezze su farmaci in grado di funzionare direttamente contro il virus"

"Dal punto di vista della gestione dell’epidemia, io credo che si possa tenere. Dal punto di vista della cura in condizioni ottimali dei pazienti più colpiti – attenzione la cura in larga misura è una terapia di supporto, non abbiamo certezze su farmaci in grado di funzionare direttamente contro il virus - ecco, sul fatto di garantire la migliore assistenza possibile dal punto di vista supportivo alle persone che ne hanno bisogno, ahimè siamo già quasi alla frutta. Soprattutto in alcuni ospedali, in alcune aree della Lombardia, dove l’impegno è molto forte". Così Massimo Galli, docente di malattie infettive e primario dell’ospedale Sacco di Milano che nel pomeriggio di martedì 3 marzo è intervento a Radio1 in viva voce.

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