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Coronavirus

Emergenza coronavirus: a Milano oltre 1.800 casi, in un giorno oltre 500 morti in Lombardia

I contagi da Coronavirus stanno aumentando a Milano e in tutta la Regione. Ecco la situazione

Continua la stretta del Coronavirus su Milano e la Lombardia. Secondo gli ultimi dati resi noti dall'assessore al Welfare della Lombardia nel pomeriggio di sabato 21 marzo all'ombra della Madonnina i casi accertati sono diventati 1.829 e nelle ultime 24 ore sono aumentati di 279 unità. La situazione è sempre critica anche nella Città Metropolitana dove i casi sono diventati 4.672 e in un solo giorno sono cresciuti di 868 unità.

I contagi in Lombardia, invece, sono aumentati vertiginosamente attestandosi a quota 25.515 (3.251 casi in più in una sola giornata). Aumentano anche i decessi che hanno oltrepassato quota 3mila (3.095, 546 rispetto a venerdì). Crescono anche i pazienti ricoverati: sono 8.258 e 1.093 di questi si trova in terapia intensiva.

"Tutti gli esperti ci avevano detto che i giorni più duri sarebbero stati sabato e domenica, vale a dire il 13°e il 14° giorno dall'introduzione dell'effettiva misura di contenimento. Da lunedì, quindi, auspichiamo di avere una riduzione del contagio", ha precisato Gallera.

L'invito della Regione, ancora una volta, è quello di essere "diligenti e rigorosi" nel rispettare le misure che sono state decise dal Governo. "Quello che può fare ogni cittadino - ha sottolineato Gallera- è più importante di qualsiasi ordinanza. Ognuno deve vincere la sfida di non contagiare e di contagiarsi. Serve grande determinazione, rimaniamo a casa e dimostriamo che siamo più forti del virus. Non possiamo accettare che il Coronavirus pieghi ulteriormente nostra economia e il Paese".

I dati provincia per provincia

Nella giornata di sabato 21 marzo la provincia più colpita dal Coronavirus resta quella di Bergamo con 5.869 casi, seguono Brescia con 5.028 casi e Milano con 4.672. Successivamente ci sono Cremona (2.733), Lodi (1.693), Pavia (1.194), Monza (1084), Mantova (842), Lecco (818), Como (452), Varese (359) e Sondrio (179).

Coronavirus, "Il "Paziente1" sarà dimesso"

Una buona notizia, davvero. Sarà dimesso entro la fine del weekend Mattia, il "paziente 1" affetto da Coronavirus. Lo ha annunciato l'assessore al Welfare, Giulio Gallera, nel pomeriggio di sabato 21 marzo.

Il 38enne era in via di miglioramento da diversi giorni: lunedì 9 marzo era uscito dalla terapia intensiva iniziando a respirare autonomamente, mercoledì 11 marzo le sue prime parole da quel terribile 20 febbraio in cui fu ricoverato a Codogno in condizioni gravissime. Oggi l'annuncio tanto atteso.

Huawei e Fastweb donano 250 smartphone e tablet agli ospedali

"La bella notizia di oggi - ha spiegato Gallera - è che Huawei, in partnership con Fastweb, ha donato 250 fra tablet e smartphone alle strutture ospedaliere della Lombardia. Saranno a disposizione dei malati che, in questo modo, potranno supplire, seppur virtualmente, alla mancanza dei propri cari. Uno degli aspetti più tristi di questa malattia è proprio la solitudine: i pazienti vengono isolati perchè sono infettivi, non hanno il conforto dei parenti e quando muoiono, sono da soli".

"Fabbriche riconvertite per produrre mascherine"

Fabbriche riconvertite, come in un paese in guerra. Ma in Lombardia non si producono munizioni ma mascherine. Dispositivi di protezione che finiranno a medici e infermieri, ma anche ai cittadini. E già da lunedì 23 marzo una fabbrica lombarda sarà in grado di produrre 250mila mascherine al giorno. Il fatto è stato annunciato dall'assessore regionale all'ambiente, Raffaele Cattaneo, durante una conferenza stampa nel pomeriggio di sabato 21 marzo.

"Le imprese che già facevano questo non erano sufficienti - ha sottolineato l'assessore - e allora abbiamo chiesto a molti se fossero disponibili a dare una mano, riconvertendo parte dei propri impianti, parte della propria attività, per dare un aiuto nell'emergenza producendo mascherine e dispositivi. A questa chiamata hanno risposto tantissime imprese. Noi abbiamo avuto, in una settimana, segnalazioni da almeno 300 imprese sulle varie email di Regione Lombardia".

Più limitazioni per arginare il contagio

Più limitazioni. Più restrizioni. Evitare che la gente esca di casa per motivi banali. L'obiettivo è uno solo: diminuire in modo brusco l'avanzata del coronavirus a Milano e in Lombardia. "Durante questo weekend stiamo facendo un'analisi su quali ulteriori restrizioni si possono fare. Abbiamo mandato i dati al Governo e con loro vogliamo ragionare. Nel weekend ci aspettiamo un provvedimento più restrittivo del governo altrimenti facciamo da soli". Lo ha detto a SkyTg24 il vicepresidente della Regione Lombardia, Fabrizio Sala, nel pomeriggio di sabato 21 marzo.

"Stiamo analizzando tutti i dati, abbiamo anche chiesto a Confindustria come è lo stato delle attività economiche e in questo momento abbiamo circa il 25/30% delle industrie lombarde chiuse, con delle punte su Bergamo e Brescia di chiusure al 40%. Abbiamo anche molti lavoratori in smartworking, che quindi stanno lavorando da casa. È chiaro che la maggior parte della movimentazione è generata da chi va a lavorare", ha aggiunto.

"Stiamo analizzando la parte economica con una particolare attenzione tra emergenza sanitaria ed equilibrio economico, perché abbiamo un tessuto economico fatto da piccole e medie imprese che lavorano anche per il campo sanitario, per i servizi essenziali e per i servizi economici che comunque devono rimanere aperti. Questa è l'analisi approfondita che stiamo facendo", conclude Sala.

"Il virus potrebbe essere mutato in Lombardia"

Il coronavirus Sars-CoV-2 "potrebbe essere mutato". Ad avanzare l'ipotesi è Maria Rita Gismondo, direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell'ospedale Sacco di Milano, centro di riferimento contro Covid-19. L'esperta esprime "un pensiero convergente" con quello della virologa Ilaria Capua, docente all'università della Florida: "In Lombardia c'è qualcosa che non comprendiamo. Si sono superati i morti della Cina in un'area infinitesimamente più piccola e in un tempo minore".

"Sta succedendo qualcosa di strano - avverte Gismondo - In Lombardia c'è un'aggressività che non si spiega. Le ipotesi possono essere tutte valide", precisa, ma "una è che il virus sia forse mutato". Per questo "lancio un appello alla comunità scientifica: uniamoci per capire - esorta la virologa - Se tutti ci mettiamo insieme e ne studiamo un pezzetto, probabilmente riusciremo a comprendere".

Il primario del Sacco: "La battaglia di Milano è fondamentale"

"È evidente che la battaglia di Milano è fondamentale per riuscire a uscire per tempo, bene e presto, da questa terribile emergenza" coronavirus. "Dobbiamo assolutamente da questo punto di vista riuscire a contenere l'infezione in una città come Milano. Ovviamente dobbiamo farlo in tutta Italia, ma è chiaro a tutti che avere una situazione di controllo su Milano sia uno dei fronti fondamentali contro il virus". A rilanciare il monito a SkyTg24 è l'infettivologo Massimo Galli, primario dell'ospedale Sacco di Milano.

"Milano e l'hinterland fanno più di 3 milioni e mezzo di abitanti e ovviamente la concentrazione di popolazione è un fattore importante della possibile diffusione di un virus", ha ricordato.

Milano, assalti ai supermercati

Tutti in fila fuori dal supermercato con il carrello tra le mani. Una scena fotocopia a quella di venerdì. È successo nella mattinata di sabato 21 marzo davanti a diversi supermercati della città.

All'Esselunga di viale Cassala, una delle più note, alle 7.30 la coda arrivava quasi fino alla strada; situazione analoga davanti al supermercato di via Fuche' dove sempre di prima mattina la coda si snodava lungo quasi tutto l'isolato. 

Sala "Sbagliato che i supermercati chiudano la domenica"

"Trovo profondamente sbagliato che i supermercati chiudano la domenica, io capisco le loro difficoltà, capisco la difficoltà col personale ma più si riducono gli orari e più le code aumentano e ciò non va bene. I supermercati devono rimanere aperti, questo è il mio pensiero". Così Giuseppe Sala, sindaco di Milano, è intervenuto sulla sua pagina Facebook sull'emergenza Facebook nella mattinata di sabato 21 marzo.

Tutti i supermercati aperti nel weekend

Nuovo decreto Coronavirus: ecco cosa cambia

Nella serata di venerdì sono state varate nuove restrizioni per contrastare e contenere il diffondersi del virus. L'ordinanza è stata firmata dal ministro della Salute, Roberto Speranza dopo che le vittime sono diventate più di 4mila. "È necessario fare ancora di più per contenere il contagio - ha dichiarato il ministro -. Garantire un efficace distanziamento sociale è fondamentale per combattere la diffusione del virus. Il comportamento di ciascuno è essenziale per vincere la battaglia".

Coronavirus, che cosa cambia da oggi: nuova mini-stretta

Ecco elencate tutte le misure stabilite nell'ordinanza e che avranno validità fino al 25 marzo: - È vietato l’accesso del pubblico ai parchi, alle ville, alle aree gioco e ai giardini pubblici; - Non è consentito svolgere attività ludica o ricreativa all’aperto; resta consentito svolgere individualmente attività motoria in prossimità della propria abitazione, purché comunque nel rispetto della distanza di almeno un metro da ogni altra persona; - Sono chiusi gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande, posti all’interno delle stazioni ferroviarie e lacustri, nonché nelle aree di servizio e rifornimento carburante, con esclusione di quelli situati lungo le autostrade, che possono vendere solo prodotti da asporto da consumarsi al di fuori dei locali; - Restano aperti quelli siti negli ospedali e negli aeroporti, con obbligo di assicurare in ogni caso il rispetto della distanza interpersonale di almeno un metro; - Nei giorni festivi e prefestivi, nonché in quegli altri che immediatamente precedono o seguono tali giorni, è vietato ogni spostamento verso abitazioni diverse da quella principale, comprese le seconde case utilizzate per vacanza.

Restano inalterati, invece, gli orari dei supermercati e dei negozi alimentari.

Fontana: "Quando scadranno siamo certi che il Governo assumerà misure davvero efficaci e decisive"

Le nuove misure varate dal governo sembra non abbiano soddisfatto pienamente il governatore della Regione Lombardia, Attilio Fontana. "Valuto questa ordinanza un provvedimento per accentuare le misure di distanziamento e renderle omogenee sull'interno territorio nazionale, soprattutto per evitare che il prossimo week end diventi un'occasione di svago - ha dichiarato Fontana -. Alla scadenza del Dpcm (il 25 marzo, ndr) siamo certi che il Governo assumerà misure davvero efficaci e decisive nella lotta contro il virus. La Lombardia si aspetta questo per uscire dal tunnel".

Sala: "Chiudiamo i tabaccai a Milano"

E proprio per vincere questa battaglia, il sindaco di Milano ha in mente - come la regione - una serie di misure più restrittive. 

"Milano deve essere un fronte di resistenza per noi stessi, per la nostra salute, ma anche perché se carichiamo di più il sistema sanitario questo crolla - ha spiegato il primo cittadino meneghino al Tg1 delle 20 di venerdì -. Il tema è non portare altri contagiati in ospedale, bisogna pensare anche a dei sistemi di sorveglianza attiva a casa. Il punto è questo: io penso molto ai medici che stanno facendo un lavoro incredibile, ma non possiamo sovraccaricarli ulteriormente".

Quindi, sulle chiusure: "Per noi è sbagliato chiudere i supermarket alla domenica perché già ora ci sono code e affollamento e se riduciamo gli orari può darsi che diventa peggio. Bisogna continuare con saggezza sapendo che via via si chiude, ma si tutelano le filiere essenziali come farmaci e alimentari. Noi stasera come sindaci dicevamo «chiudiamo anche i tabacchini, ci spiace ma a mali estremi, estremi rimedi»".

"Ancora troppa gente in giro"

Regione sta monitorando gli spostamenti dei cittadini all'interno della Lombardia attraverso i dati delle cellule telefoniche. "I numeri degli spostamenti sono ancora troppo alti — ha spiegato il vicepresidente del Pirellone, Fabrizio Sala —. E guardando le fasce orarie, abbiamo dei picchi importanti alle 18 e alle 19 e alle 12 alle 13. La gente in questi orari si sposta di più e lo fa per motivi lavorativi vista l'apertura delle attività produttive e professionali".

"Il dato che abbiamo rappresenta circa l'85% del totale della popolazione lombarda, pertanto è più che affidabile. È importantissimo rallentare il contagio da coronavirus - aveva concluso Sala - perché la vita umana non ha prezzo e noi ogni giorno lavoriamo per tutelarla. Contenere la diffusione del virus, tuttavia, serve anche a livello economico: le nostre micro, piccole e medie imprese stanno subendo un forte impatto negativo che se dovesse proseguire per altro tempo ne minaccerebbe la sopravvivenza".

Foto - I dati sullo spostamento attraverso l'analisi delle celle telefoniche

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