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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Cento euro in più al mese e meno ore di lavoro: dipendenti della Scala pronti alla sciopero

I lavoratori del teatro meneghino aprono lo stato di agitazione. Ecco le loro richieste

Terremoto all'orizzonte alla Scala. I sindacati del teatro meneghino hanno infatti proclamato lo stato di agitazione e si dicono "pronti a mettere in atto ogni azione sindacale". Motivo del contendere il rinnovo del contratto scaduto ormai nel 2020 e prorogato di due anni a causa della pandemia. 

Stando a quanto denunciato dai sindacati Slc Cgil, Uilcom Uil, Fistel Cisl, Fials Cisal della fondazione lirica milanese, le manovre per la nuova firma non stanno andando come sperato. Anzi. Secondo le sigle la trattativa per il rinnovo del contratto "si trascina da molti mesi anche per la battuta d'arresto in seguito alle dichiarazioni sul minor impegno economico di regione Lombardia e comune di Milano, così da addivenire ad un'ulteriore proroga di un anno con l'erogazione di una tantum ai dipendenti della Fondazione, come misura a parziale recupero inflattivo del 2021 e 2022". 

"Il rinnovo contrattuale 2024-2026 dovrebbe a questo punto assorbire due cicli triennali e fronteggiare un costo della vita aumentato in modo esponenziale con un'inflazione a doppia cifra, ma le richieste sindacali avanzate durante gli incontri avvenuti nel corso del 2023 hanno responsabilmente considerato le difficoltà di un equilibrio di bilancio, escludendo l'applicazione letterale dell'articolo 271 del Contratto Unico vigente poiché avrebbe comportato un costo insostenibile", hanno spiegato i sindacati, quasi a voler rimarcare la loro volontà. 

Una buona volontà che, però, sembra aver portato a nulla. Ma cosa chiedono i lavoratori del Piermarini? Le rivendicazioni si sono "concentrate sulla richiesta di un incremento di non meno del 5% sulla retribuzione annua lorda, corrispondenti a un aumento mensile di non meno di cento euro al quinto livello dell'area tecnica, sulla richiesta di una diminuzione delle variazioni di programmazione e sulla riduzione dell'orario di lavoro anche ricorrendo alla razionalizzazione e alla flessibilità, il tutto senza intaccare l'attività produttiva e il numero delle alzate di sipario", hanno chiarito i sindacati in una nota congiunta. Per le sigle sindacali, però, "la direzione del teatro, quando non palesemente contraria, appare lenta nel procedere e nell'organizzare la discussione sui temi importanti da noi proposti tra i quali superamento del livello 6° d'ingresso, corsi di formazione, contratto di apprendistato, tipologie contrattuali, nonostante le continue dichiarazioni pubbliche che testimoniano un bilancio in ottima salute - per la prima volta con un attivo di oltre 700mila euro -, incassi di biglietteria a pieno regime, sostegno di sponsor privati ai massimi livelli e un'ottima partenza della piattaforma streaming". 

"Riteniamo di essere giunti a un punto ultimativo e per il quale siamo pronti a mettere in atto ogni azione sindacale a sostegno delle nostre rivendicazioni, iniziando da oggi con la dichiarazione dell'apertura dello stato di agitazione", hanno concluso i sindacati. Prossimo passo: lo sciopero.

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