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Milano, "abolizione del numero chiuso nella facoltà di Medicina": la richiesta va avanti

Lo comunica in una nota Elisabetta Strada (Consigliere regionale Lombardi Civici Europeisti)

"Oggi in Consiglio regionale è stato fatto un grande lavoro sul Pdl 144. Per far fronte una volta per tutte alla mancanza di medici in Italia e in Lombardia, occorre ragionare sull’abolizione del numero chiuso nella facoltà di Medicina e nelle Scuole di Specializzazione. Altrimenti non si riuscirà mai a risolvere questa grave lacuna sanitaria. Per questo in aula abbiamo chiesto alla Regione di attivarsi presso il Ministero, per cominciare un ragionamento. Nel frattempo chiediamo di aumentare il numero di borse di studio per i Medici di Medicina generale e Specialistica, sia regionali che nazionali".

A scriverlo in una nota è Elisabetta Strada (Consigliere regionale Lombardi Civici Europeisti). "Sono particolarmente soddisfatta – precisa la Consigliera - che l’aula abbia approvato le tre richieste contenute nell’Odg a corollario del Pdl 144, presentati a mia prima firma e in collaborazione con Niccolò Carretta (Consigliere regionale Azione). Il risultato senz’altro più importante è la richiesta di una riflessione al Governo sull’abolizione del numero chiuso alla Facoltà di Medicina e nelle Scuole di Specializzazione".

Facoltà di medicina a numero chiuso

"Una richiesta cruciale per sopperire all’annosa carenza strutturale di Medici e Specialisti nel nostro paese, non solo in Lombardia. Abbiamo inoltre ottenuto - prosegue Strada - la disponibilità della Giunta sia a farsi portavoce presso il Governo di un incremento significativo del numero di borse di studio per medici specialisti e quelle per il corso di formazione in medicina generale, sia ad aumentare in Lombardia il numero delle borse di formazione medica specialistica, sempre per aumentare la capacità strutturale sanitaria in tutto il paese".

"Devo però sottolineare una grande delusione - conclude Strada - per la mancata approvazione dell’emendamento che richiedeva l’aumento del bonus previsto per i medici specializzandi lombardi impegnati nell’emergenza da covid-19 da 1,5 milioni a 2 milioni di euro. Una richiesta economica davvero modesta, avanzata per garantire una congrua premialità (almeno 1.000 euro a testa) agli specializzandi che hanno lavorato con abnegazione e mettendo a rischio la propria vita in questi mesi di pandemia. E questo proprio nel giorno in cui la giunta ha aumentato di ben 250 milioni di euro le risorse previste per far fronte agli interventi di tutela della salute. È un vero schiaffo a quelli che abbiamo definito i nostri ‘angeli custodi’, ma ai quali non riusciamo a dire un ‘grazie’ minimamente adeguato".

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