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Profughi dall'Ucraina

I profughi non possono essere ospitati nei parchi regionali, ecco perché

I parchi hanno strutture a disposizione ma, se le mettessero a disposizione per i profughi, perderebbero importanti contributi economici. A meno di non cambiare un regolamento

Dopo i primi profughi ucraini arrivati anche a Milano e in Lombardia, arrivano i primi intoppi burocratici che frenano l'accoglienza. Mentre la regione predispone un piano, 'chiamando' gli hotel del territorio affinché diano la loro disponibilità, ci sono strutture che potrebbero essere utilizzate subito, ma ci sono anche regolamenti che lo impediscono.

E' il caso delle strutture situate all'interno dei parchi regionali. Un regolamento in vigore da anni impedisce di utilizzarle perché, altrimenti, verrebbero persi alcuni contributi dal Pirellone che, però, per questi parchi sono vitali. Ai parchi, infatti, la regione chiede una attestazione che gli immobili non siano stati utilizzati "per finalità differenti dagli scopi istituzionali". Una disposizione che 'blocca' l'accoglienza anche in periodi di emergenza come questo.

A parlare della situazione pubblicamente è stato Marco Molgora, presidente del parco di Montevecchia, nel Lecchese, che avrebbe a disposizione una cascina con quattro posti letto. Secondo Molgora, il direttivo del parco sarebbe unanimemente d'accordo nel mettere a disposizione questa struttura ai profughi ucraini, ma, di fronte alla certezza di perdere circa 260 mila euro di contributo regionale al parco, la cosa non si può fare. 

La soluzione? Cambiare al più presto il regolamento. L'invito arriva da Molgora e probabilmente è condiviso dai gestori di altri parchi lombardi. Che vorrebbero semplicemente fare la loro parte in un momento d'emergenza.

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