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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Chiara, Federica e quell'affitto rifiutato perché lesbiche: "Ma non dovevamo essere migliori?"

La storia, triste, di un affitto rifiutato per motivi "misteriosi": "Nel 2020 c'è ancora omofobia"

Il viaggio da Piacenza a Milano per vedere quella casa tanto cercata. L'incontro con la proprietaria e suo padre, persone "molto alla mano, simpatiche". La certezza di aver finalmente terminato la ricerca e i primi passi per l'imminente trasloco. Poi la triste sorpresa e quella "contro prova" che fa male, che lascia l'amaro in bocca. 

Perché Chiara, operatrice sociosanitaria di 25 anni, e Federica, studentessa 30enne, sua compagna, sono certe che quella casa l'hanno persa soltanto per il loro orientamento sessuale. Per nessun altro motivo. La storia delle due ragazze, entrambe originarie di Foggia ma da qualche tempo residenti a Piacenza, inizia nei giorni scorsi, quando su un sito specializzato trovato un appartamento in affitto in zona Crescenzago che sembra fare al caso loro, che da settembre devono trasferirsi sotto la Madonnina per motivi di studio e lavoro. 

"Dopo tante ricerche tra agenzie, siti internet e privati finalmente avevamo trovato la casa giusta per noi, vicino alla metro. Chiamiamo perché interessate, diciamo da subito di essere una coppia, dato che tutti facevano riferimento al letto matrimoniale, fissiamo un appuntamento e andiamo a vedere la casa", racconta Chiara a MilanoToday. Così, lunedì 24 agosto lei e la compagna arrivano in città e incontrano la donna che aveva postato l'annuncio e suo padre. 

"Occupata" per loro, libera per gli altri

"Persone sin da subito molto alla mano, posso dire anche simpatiche - prosegue l'operatrice sociosanitaria -. Ci avevano detto che non ci sarebbero stati problemi qualora volessimo trasferirci subito". Poche ore dopo, però, tutto cambia. "Chiamiamo per confermare la casa la sera stessa e ci viene detto con nonchalance che la casa sarebbe stata affittata a una sua «amica» che era già da mesi interessata e che quindi preferiva affittarla a lei", spiega Chiara. 

Questo improvviso cambiamento di atteggiamento sorprende le due ragazze, che decidono così di mettere alla prova la versione della proprietaria. "D'accordo con una nostra amica abbiamo deciso di chiamarla spacciandoci per Francesca, una ragazza che cercava casa con il proprio ragazzo. Lei non solo si è resa disponibile nell'affittarla immediatamente, ma era anche disposta a trattare il prezzo", dice non senza amarezza Chiara. 

Evidentemente quella "amica" era poco più che una scusa, come confermato anche dal fatto che l'annuncio è ricomparso online il 25 agosto - ed è tuttora on line -, proprio il giorno successivo alla visita delle due fidanzate. 

"Ma non dovevamo essere tutti migliori?"

A questo punto, Chiara e Federica cercano un confronto con la proprietaria per capire quale sia il problema. "Dopo questa batosta, decidiamo un'altra volta di richiamarla, ovviamente con il nostro numero telefonico e non utilizzando il privato, cercando di chiarire questa situazione - racconta ancora la 25enne -. Lei ci conferma che la casa era ormai già stata affittata a questa sua amica e quando le dico «Ah, davvero? Strano perché oggi una mia amica l'ha chiamata per l'appartamento...», lei, da grande donna, ci ha chiuso il telefono in faccia bloccandoci ovunque". Chiara quella stessa sera ha anche provato a inviare un messaggio Whatsapp alla donna chiedendo spiegazioni e chiarimenti, che però non sono mai arrivati. 

"Mi sembra impossibile che nel 2020, dopo tutto questo schifo che ci sta capitando da mesi, la gente faccia più schifo di prima ed esiste ancora l'omofobia - lo sfogo della giovane -. Dicevano tutti che dopo il virus e la pandemia saremmo stat tutti migliori", riflette, facendo riferimento a quel mantra tanto usato, e abusato, durante i mesi più duri dell'epidemia. Un mantra che però sembra non si sia trasformato in realtà.  

Foto - Il messaggio, senza risposta, inviato alla proprietaria

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