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Coronavirus, il comune aiuta chi è in difficoltà a pagare l'affitto: arrivano i soldi

Nei prossimi mesi il contributo verrà esteso ad altri nuclei famigliari: ecco come è stato erogato

Il comune di Milano si schiera dalla parte di chi fa fatica a pagare l'affitto a causa del coronavirus. Arriveranno nei prossimi giorni i versamenti dei primi contributi da 1.500 euro validi per il pagamento dell’affitto per chi si trova in difficoltà a causa della crisi generata dall’emergenza sanitaria.

Si tratta delle prime erogazioni per le famiglie che ne hanno fatto richiesta tramite il bando pubblicato dal Comune di Milano lo scorso 30 aprile, sulla base dei 2,456 milioni di euro di risorse già disponibili, che al momento permettono di finanziare 1.637 beneficiari. La graduatoria è online sul sito del Comune a questo link.

Dall’apertura del bando ad oggi le risorse dedicate sono però notevolmente aumentate, arrivando ad un totale di circa 6,8 milioni (2,5 dei quali provenienti dal Programma europeo Pon Metro e altri 1,8 da fondi statali tramite Regione Lombardia). Non appena i finanziamenti saranno disponibili, sarà possibile erogare il contributo ad altri nuclei familiari, per un totale massimo di circa 4.500. 

Al momento, gli uffici di Palazzo Marino hanno verificato e già ammesso ai finanziamenti 2.699 domande ed entro settembre procederanno al controllo delle restanti, fino ad esaurimento dei fondi. Analogamente anche i versamenti del contributo, che raggiungono direttamente il proprietario dell’appartamento attraverso Milano Abitare, l’Agenzia sociale per la locazione convenzionata con il Comune, dopo la prima tranche di questi giorni riprenderanno tra fine agosto e settembre. 

L'assessore: "Stiamo facendo il possibile"

“Stiamo facendo il possibile - ha spiegato l’assessore alle Politiche sociali e abitative Gabriele Rabaiotti - in termini di risorse e di rapidità, considerando i tempi incomprimibili delle procedure di controllo, per andare incontro alle famiglie che l’emergenza ha messo maggiormente in crisi, che hanno dovuto soffrire la perdita di una persona cara o il suo ricovero, che non hanno più potuto lavorare e che, quindi, hanno subìto un crollo verticale del proprio reddito. L’intenzione è anche quella di evitare il prodursi di procedimenti di sfratto per morosità da parte dei proprietari, con uno sforzo di attenzione verso categorie di persone potenzialmente impoverite a causa dell’emergenza e tradizionalmente escluse dal radar del welfare pubblico. Un aiuto concreto per alleviare il peso di una situazione in cui pensiamo si trovino diversi concittadini”.

Come è stato erogato il contributo

Oltre ai requisiti di base validi per l’accesso (attestazione Isee fino a 26mila euro, titolarità del contratto di locazione da almeno un anno), per l’elaborazione della graduatoria sono stati considerati quali criteri preferenziali condizioni particolarmente legate all’emergenza: la cessazione, riduzione o assenza dell’attività lavorativa a partire dal 1° febbraio di quest’anno; il ricovero ospedaliero per sintomi da Covid-19 o il decesso di un componente familiare dal 1° febbraio; la presenza di persone con invalidità maggiore del 66% all’interno del nucleo. Tra i criteri relativi alla condizione occupazionale, a pesare di più è stata la condizione dell’essere lavoratori autonomi, precari, a termine e in cerca di occupazione. Valorizzati anche i nuclei familiari monogenitoriali e le famiglie numerose monoreddito, attenzione per i single.

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