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Profughi

Aiuto psicologico per i profughi che scappano dall'Ucraina

Il servizio è partito a Milano e in altre città con Medici senza frontiere

Accogliere i rifugiati di guerra non significa soltanto offrire loro un tetto sotto cui dormire. Si tratta di persone che hanno vissuto traumi e sono state costrette ad abbandonare tutto ciò che avevano, compresi gli affetti. Mentre l'Italia, come altri paesi europei, accoglie i rifugiati dalla guerra in Ucraina, Medici senza frontiere ha avviato in alcune città italiane un intervento per offrire loro un supporto che comprende l'orientamento socio-sanitario, le informazioni sull'accesso alle cure e anche una prima assistenza psicologica.

L’intervento di Medici senza frontiere è partito a Milano, Roma e Trieste e sarà attivato nei prossimi giorni anche a Napoli. Quattro team, composti da psicologi, infermieri e mediatori interculturali, sono in azione per avviare le attività di promozione della salute e individuare persone fragili con specifiche vulnerabilità e bisogni medici, nei centri di accoglienza, all’interno delle famiglie che ospitano i rifugiati e nelle comunità e luoghi di ritrovo presenti sul territorio.

"Tra le migliaia di persone che stanno arrivando in questi giorni in Italia per fuggire dal conflitto in Ucraina, ci sono adulti e bambini che hanno perso i loro cari, vissuto traumi terribili e che sono stati costretti ad abbandonare tutto per mettersi in salvo", afferma Sara Radighieri, coordinatrice sanitaria dei progetti di Medici senza frontiere in Italia: "Il nostro obiettivo è prenderci cura delle possibili conseguenze fisiche e psicologiche degli eventi traumatici che hanno vissuto. Offriremo loro sostegno psicologico e assistenza sociosanitaria a partire da alcune delle città italiane che stanno accogliendo il maggior numero di profughi".

Medici senza frontiere in Ucraina

Intanto Medici senza frontiere (già in Ucraina dal 1999 e, a partire dal 2014, nelle regioni orientali) è sul posto dall'inizio della guerra. Ha inviato forniture mediche di emergenza a supporto degli ospedali ucraini, fornito formazione da remoto al personale delle strutture sanitarie sulla gestione di afflusso di massa di pazienti e inviato i propri team alle frontiere dei paesi limitrofi per rispondere ai bisogni medico-umanitari delle persone in fuga. Un treno è stato adibito a clinica d’urgenza per il trasferimento di pazienti dalle zone di conflitto ai principali ospedali lontani dalla linea del fronte. Il treno è intervenuto anche a Kramatorsk l'8 aprile, presso la stazione colpita da missili russi, per portare 57 pazienti negli ospedali di Kyiv, Dnipro e Lviv.

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