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Capodanno, disdette a raffica per gli hotel di Milano

La situazione per gli alberghi meneghini

L'ondata di covid con variante Omicron, molto contagiosa, sta mandando all'aria le speranze di due categorie che, da quando siamo in pandemia, hanno sofferto parecchio. Parliamo di albergatori e ristoratori. A fronte di una lieve ripresa del turismo, a Milano l'arrivo dei nuovi contagi ha provocato una serie di disdette che stanno rimettendo in ginocchio il settore.

Le disdette e il timore ancora presente ha portato, al momento, ad un tasso di occupazione delle camere previsto per il trenta per cento la notte di capodanno, un valore molto basso che non permette a nessuna struttura ricettiva di andare in pari. Di solito il tasso di occupazione necessario per il break even è di almeno il sessanta per cento.

Gli albergatori si erano abituati a tassi anche più alti, perché Milano, dopo Expo 2015, era diventata una città a forte vocazione turistica, con milioni di arrivi all'anno. E c'è chi è tornato alla chiusura stagionale. Le nuove 'strette' in vigore fino al 31 gennaio, necessarie per prevenire l'aumento di contagi, prevedono poi l'annullamento di feste e concerti sia al chiuso sia all'aperto. La città di Milano, in questo senso, non aveva nulla in programma, per decisione prudenziale della giunta già alcune settimane fa, tuttavia gli stessi alberghi, che in ogni caso possono somministrare pranzi e cene ai loro ospiti come semplici ristoranti, hanno certamente dovuto annullare alcuni eventi speciali come feste danzanti.

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