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T'el see che a Milan... ?

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A cura di Enea Rossini

La volontaria che vive in un museo del centro

L'intervista ad Anna Cominotti, artista del ricamo e restauratrice di Barbie che dona tutte le sue creazioni in beneficienza

Non tutti i supereroi hanno mantella e poteri paranormali. Alcuni, dall'aspetto normalissimo, passano del tutto inosservati quando gli si cammina a fianco. È questo il caso di Anna Cominotti, una signora di 60 anni che dedica tutto il suo tempo e le sue energie a favore dei bisognosi, sia a due che a quattro zampe. Nonostante non abbia la vista a raggi x di Superman - e anzi sia persino ipovedente - quando non è impegnata nelle sue mille attività di volontariato, Anna, che ha anche 'l'ago d'oro', cuce e ricama pupazzi e Barbie, sempre per donarle in beneficienza. MilanoToday è andato a casa di questa supereroina milanese - un piccolo e coloratissimo appartamento all'interno di un museo in pieno centro - per conoscere la sua storia.

Il mondo di Anna Cominotti (foto Dragotto/MilanoToday)

Tu vivi in un museo nel pieno centro cittadino...

"Sì, mio marito è un dipendente degli uffici del museo e da 37 anni viviamo in questo piccolo appartamento. Nostra figlia Laura invece ormai è per conto suo. Qui ci siamo io, Duilio e i nostri due gatti, Oscar e Olivia".

"Cerco Barbie da restaurare per poi donarle": anche Milano ha il suo 'ospedale delle bambole'

Sei una volontaria praticamente a tempo pieno, con quali associazioni collabori?

"Da sei anni faccio parte dei City Angels, da tre collaboro con la Fondazione Umberto Veronesi (per la quale sono responsabile di banchetto), poi faccio volontariato anche con l'associazione Portarmi per mano, che supporta i bambini autistici e le loro famiglie, con l'Associazione Familiari e Vittime della Strada, e con la Federazione Italiana Benessere Animale".

Cosa ti ha spinto a dedicare la sua vita al volontariato?

"Io non ho avuto una vita facile. Ho sofferto molto e credo che chi come me ha provato cosa significa la sofferenza capisca meglio quella degli altri. Io credo che la mia sia una missione. Poi si è anche egoisti a fare volontariato, perché più di ogni altra cosa dà gioia e rende felici".

Quali sono le difficoltà che hai dovuto affrontare e che ti hanno cambiata?

"Quando avevo 4 anni mio papà è morto e io sono stata adottata dai miei zii, che abitavano in Val Camonica. Fino ai 9 anni sono rimasta con loro e per me è stato un periodo molto felice, lì ho potuto vivere un'infanzia stupenda. Mia zia Caterina - alla quale io ho anche dedicato un libro che ho scritto sulla mia vita -, mio zio Simone e i miei cugini Cecilia e Stefano erano veramente persone buone. Purtroppo dopo questa fase sono stata portata via da loro come se fossi un sacco di patate".

La tua attività di volontariato passa anche attraverso il cucito e il ricamo...

"Sì, ho ricamato il mio primo cuscino quando avevo nove anni, era stata mia zia a insegnarmi. Quest'arte mi è rimasta e ho cercato di utilizzarla per fare del bene. Ho confezionato dei gattini per il reparto di neonatologia dell'ospedale Niguarda di Milano e di recente ho fatto arrivare un cuscino anche al Papa, è stata una soddisfazione incredibile!".

Vedo che in casa hai diverse Barbie dai vestiti molto particolari...

"Sì, in questo momento sto seguendo un progetto insieme a Milano Meravigliosa. Ho recuperato 200 Barbie usate - le preferisco di seconda mano perché si portano dietro l'anima della bambina che ci ha giocato - e le ho restaurate mettendole a posto, rifacendogli le parrucche e cucendogli nuovi vestiti. A riparare le Barbie ho iniziato quando avevo 17 anni e rifacevo i vestiti a quelle delle bambine che abitavano nel mio palazzo. Adesso le 200 messe a nuovo dovrebbero essere donate all'Asilo Mariuccia che le metterebbe in vendita per poi devolvere il ricavato alla sua fondazione. Il progetto si chiama Il Mondo di Anna Cominotti visto attraverso gli occhi di Lulù, perché le bambole sono dedicate a Lulù, la bambina dei fondatori di Milano Meravigliosa, Angela Orsini e Ermanno Accardi, che è giornalista e scrittore".

Queste Barbie sono pezzi unici?

"Sì, ogni bambola è un pezzo unico. Alcune sono ispirate a personaggi famosi; ad altre, vestite a festa, ho realizzato anche diversi particolari, come un anello, una borsa con all'interno un cagnolino... Io dico che hanno 'l'arte cucita addosso', nel senso che una volta confezionate non possono essere più svestite, questo perché la loro identità è ormai quella data dal loro nuovo abito. Si tratta di bambole da collezione. La Fondazione dell'Asilo Mariuccia Onlus dovrebbe metterle in vendita con offerta libera a partire da 25 euro".

Durante l'emergenza coronavirus la tua attività di volontariato si è fermata?

"No, in questi mesi mi sono messa a fare mascherine da regalare ai senzatetto di Milano. Io attraverso la mia pagina Facebook 'Il mondo di Anna Cominotti', come artista, mi metto a disposizione delle associazioni. Poi Angela ed Ermanno di Milano Meravigliosa hanno avuto l'idea delle Barbie e da quel momento mi sono messa all'opera per recuperarne il maggior numero possibile e dargli nuova vita. Spero che il ricavato dalla loro vendita possa dare un aiuto concreto ai bambini e alle mamme sole che l'Asilo Mariuccia sostiene".

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