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Piazza Fontana, 52 anni dopo la strage

Quel giorno inizia la lunga stagione della 'Strategia della tensione'

Venerdì 12 dicembre 1969 qualcosa cambiò per Milano e l'Italia intera. "Il micidiale ordigno che 52 anni or sono venne fatto esplodere nella sede della Banca nazionale dell'Agricoltura, in piazza Fontana a Milano, distrusse vite innocenti, sconvolse il Paese, diede avvio a una scia di sangue e terrore che la nostra comunità riuscì a fermare solo dopo anni di impegno e sofferenze. La memoria di quel feroce attentato resta indelebile nella storia della Repubblica. Venne concepito ed eseguito allo scopo di colpire la democrazia nata dalla lotta di Liberazione, di interrompere il processo di crescita nella partecipazione e nei diritti, di volgere in senso autoritario le istituzioni volute dalla Carta costituzionale". Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nell'anniversario della strage di Piazza Fontana a Milano.

Quel giorno inizia la lunga stagione della 'Strategia della tensione' e vanno in soffitta Sessantotto e Autunno caldo. Una bomba collocata all'interno della filiale milanese della Banca Nazionale dell'Agricoltura di piazza Fontana causa 17 morti e una novantina di feriti. La strage dà il via a una lunga serie di attentati (stazione di Bologna, piazza della Loggia, treno Italicus) che insanguineranno l'Italia durante gli anni Settanta.

"La risposta unitaria, solidale, di popolo contro il terrorismo, e contro tutti i terrorismi che insanguinarono l'Italia dopo piazza Fontana, è risultata decisiva per isolare, sradicare e quindi sconfiggere l'eversione. La prova a cui l'Italia venne sottoposta fu drammatica. Ma vinse la democrazia, e con essa prevalsero i valori di cui la Costituzione è espressione. Anche per questo è necessario fare memoria", prosegue ancora Mattarella.

"Le lunghe vicende processuali - prosegue il Presidente - hanno lasciato vuoti e verità non pienamente svelate. Si tratta di ferite aperte, non soltanto per le famiglie delle vittime, ma per la Repubblica intera. Tuttavia, nonostante manipolazioni e depistaggi, emerge nettamente dal lavoro di indagine e dalle sentenze definitive la matrice eversiva neofascista e l'attacco deliberato alla vita democratica del Paese. Tutto questo è stato chiaro ben presto alla città di Milano e alla comunità nazionale. La risposta unitaria, solidale, di popolo contro il terrorismo, e contro tutti i terrorismi che insanguinarono l'Italia dopo piazza Fontana, è risultata decisiva per isolare, sradicare e quindi sconfiggere l'eversione".

"La prova a cui l'Italia venne sottoposta fu drammatica. Ma vinse la democrazia, e con essa prevalsero i valori di cui la Costituzione è espressione. Anche per questo è necessario fare memoria. La democrazia è un bene prezioso che va continuamente difeso e ravvivato. E l'unità che il nostro popolo ha saputo manifestare, quando l'aggressione ha riguardato i diritti fondamentali della persona e le basi stesse della convivenza, costituisce un patrimonio tuttora prezioso. Passare il testimone alle generazioni più giovani vuol dire trasmettere quella civiltà che è frutto di storia, di cultura, di sacrificio e intelligenza collettiva", conclude Mattarella.

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