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L'iniziativa

La battaglia di una mamma che non vuole più vedere i figli uccisi dai padri violenti

Antonella Penati è la madre di Federico Barakat, bambino ucciso dal padre durante un'audizione protetta. Penati ha dato un importante contributo per la proposta di legge della senatrice Valeria Valente per proteggere i minori nei casi di violenza di genere o domestica. MilanoToday l'ha incontrata

Ci sono persone che cadono e si rialzano più forti di prima. Anche quando la caduta è provocata dal peso inimmaginabile della perdita di un figlio. Antonella Penati è una di quelle. Si è rialzata, mettendo assieme i cocci della caduta per suo figlio Federico, barbaramente ucciso dal padre in un luogo che doveva essere protetto dallo Stato. Ora che sono passati 13 anni da quel crollo indimenticabile, un tempo durante il quale Antonella ha fondato l'associazione Federico nel cuore Onlus per sensibilizzare e battersi contro la violenza sui bambini, c'è un disegno di legge per evitare che si sciagure come quella possano ripetersi di nuovo.

La proposta di legge, firmata dalla senatrice Valeria Valente, ha come obiettivo l'istituzione dell'articolo 317-ter del codice civile, in materia di provvedimenti riguardo ai figli nei casi di violenza di genere o domestica. E, naturalmente, in attesa che diventi realtà, la mamma di Federico cerca di promuoverla anche attraverso le attività organizzate dalla sua associazione: c'è la necessità di coprire un buco legislativo ma soprattutto c'è l'urgenza di continuare a proteggere i bambini, la parte più debole in ogni conflitto familiare. Si tratta di tematiche delicate e sulle quali è meglio non perdere tempo, come purtroppo Antonella ha imparato a sue spese quel 25 febbraio del 2009, quando Federico aveva 8 anni e mezzo.

Associazione Federico nel Cuore Antonella Penati-2

2° Trofeo di calcio organizzato dall'associazione per promuovere il disegno di legge

La morte di Federico e la reazione di mamma Antonella

Il padre, morto suicida dopo il delitto, era di origini egiziane ma stava in Italia da molto tempo. Inizialmente era una persona integrata, colta, un operatore turistico stimato. Ma poi è drammaticamente cambiato dopo la nascita del figlio. "La mia vita e quella del mio piccolino - il ricordo della madre - era precipitata in un incubo fatto dalle continue sparizioni e continui ritorni di suo padre, ogni volta sempre più disturbato, violento ed ossessivo. Come madre feci una scelta di allontanare la follia, la cattiveria , del padre dalla vita di Federico. Sono però iniziati anni di soprusi, minacce, aggressioni, vero e proprio stalking fatto di minacce, telefonate in tutte le ore del giorno e della notte, inseguimenti in auto, (pochi giorni prima dell'omicidio mi stava buttando giù da un ponte, con a bordo Federico)".

Nonostante le persecuzioni ossessive, proprio per un buco legislativo, non è mai cambiato molto. In quei giorni era in discussione la legge sullo stalking che, ironia della sorte, è diventata legge 3 giorni dopo la morte del bambino, massacrato da quel padre squilibrato davanti agli assistenti sociali e all'educatore, all'interno del consultorio di San Donato Milanese (Milano). Un colpo di pistola e 37 coltellate che solo Antonella sa cosa hanno significato per la sua vita.

All'epoca dello stalking asfissiante dell'ex compagno, Antonella si era rivolta ai carabinieri, al tribunale dei minori di Milano, ai servizi sociali di San Donato pensando che qualcuno la potesse aiutare. "Furono proprio i servizi sociali - dice la mamma di Federico - che mi imposero di fare vedere il bambino al padre (sottovalutando la sua pericolosità) tentai di oppormi ma fu tutto vano. Se mi fossi opposta alle visite in ambito protetto me lo avrebbero tolto. Così mi dicevano ogni volta che segnalavo l’aumento del disagio paterno. 'Signora cosa vuole che succeda ci siamo qui noi, ci assumiamo noi la responsabilità di suo figlio, lei pensi a fare la madre'". 

Federico Nel Cuore 2-2

Una delle tante manifestazioni per chiedere giustizia per Federico

Il disegno di legge per proteggere i figli dai genitori violenti

Ecco perché è urgente la promozione del disegno di legge n. 2417, presentato il 13 ottobre 2021 ma ancora accodato nella trafila processuale: attualmente è in Commissione giustizia del Senato. Perché, come scrivono nel documento stesso le senatrici e i senatori firmatari, "sino ad oggi nessuno è stato ritenuto responsabile di quell'atroce delitto, avvenuto tra le mura di una struttura pub­blica sebbene tutte le autorità coinvolte co­noscessero la pericolosità dell'uomo e le mi­nacce di morte nei confronti del piccolo e della madre, Antonella Penati".

Una disposizione, come spiegano nel testo stesso, che si inserisce nel lavoro sino ad ora svolto dalla Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, nonché su ogni forma di violenza di genere. L'articolo 317-ter del codice civile ha esplicitamente l'obiettivo di "arginare prassi distorte, formatesi in alcuni uffici giudiziari, dove consulenti tecnici d'ufficio e operatori dei servizi sociali, non formati sulla delicata e complessa materia della violenza di genere e domestica, omettono di richiamare o valoriz­zare le violenze allegate o denunciate da uno dei genitori ritenendo che queste non ri­levino ai fini della valutazione in merito alla capacità genitoriale e all'affidamento dei fi­gli".

L'effetto di queste prassi tra l'altro ha portato ne­gli anni al paradosso della vittimizzazione secondaria delle donne che denunciano. Un'eventualità espressamente vietata dall'articolo 18 della Convenzione di Istanbul sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica. "In particolare - si legge nel disegno di legge - mediante la sospensione della loro responsabi­lità genitoriale, poiché spesso ritenute madri non adeguate, simbiotiche o calunniatrici. Prassi che hanno comportato un preoccu­pante incremento dei casi di affidamento dei figli ai servizi sociali, spesso privi della ne­cessaria formazione in questo delicato am­bito, specie in termini di prevenzione e pro­tezione dei minorenni dalla violenza, come drammaticamente riportato da diversi fatti di cronaca". La tragedia di Federico, lo possiamo scrivere in modo indelebile, non è stata vana grazie al coraggio di mamma Antonella.

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