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Carmine Ranieri Guarino

Giornalista MilanoToday

Finalmente Milano è la città più sicura del mondo, grazie a Bertolaso

Da giorni a Milano non succede nulla: zero incidenti, zero feriti, zero aggressioni. O forse no

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Lo spazio bianco sopra queste righe non è un errore, non è un caso. Lo spazio bianco sopra queste righe è quello che in questi giorni possono scrivere i cronisti di nera di Milano: nulla o quasi. Una situazione che ha un responsabile preciso: il dottor Guido Bertolaso, l'uomo che è riuscito nel miracolo di trasformare il capoluogo meneghino nella città più sicura del mondo. Per farlo - con buona pace del sindaco Beppe Sala che da anni assicura che Milano "non è Gotham city" - è bastato un click. Al dottor Guido Bertolaso, assessore alla sanità della regione e uomo di fiducia del governatore Attilio Fontana, è bastato premere il tasto off e spegnere il sistema di Areu - l'azienda regionale emergenza urgenza - riservato ai giornalisti. 

Dal portale real time, i cronisti, tutti identificati, potevano avere le informazioni base di un evento - senza nessuna violazione della privacy - per poi essere in grado di raggiungere le "scene del crimine" in tempo e approfondire, capire e raccontare. Insomma, di lavorare. Da venerdì pomeriggio quel sistema non c'è più e a Milano sembra non succedere più nulla. Perché se i cronisti non raccontano, i cittadini non sanno. E se i cittadini non sanno, un fatto non è praticamente mai successo. 

Chi ha paura del 118? 

Dal momento in cui è calato il buio su Areu, sotto la Madonnina non ci sono stati incidenti, feriti, aggressioni, accoltellati. La fu Gotham city è diventata l'Eden. O forse no. Forse semplicemente i giornalisti non sanno. E di conseguenza i milanesi non sanno. Ai cronisti che da giorni sono alla ricerca di notizie viene ripetuta sempre la stessa cosa: "Nulla da segnalare". La centrale operativa di Areu - Bertolaso aveva parlato di una linea dedicata, almeno sulla carta - risponde a fatica, quando riesce. Le nuove linee dedicate hanno degli orari da rispettare, scelta abbastanza folle in un mondo in cui l'informazione corre. Gli operatori hanno altro da fare - "la missione di Areu è quella di prestare soccorso ai cittadini, non altro", Bertolaso dixit - eppure sono costretti a rincorrere le telefonate dei giornalisti. Chiudendo sempre allo stesso modo. Così come sempre uguali sono le risposte delle forze dell'ordine. Areu ai giornalisti serviva a quello: serviva ad avere una finestra sempre aperta sulla città per sapere cosa chiedere ai propri interlocutori. Senza un filtro. E con l'obiettivo solito: informare. Perché se il cronista non ha il polso della situazione è costretto ad affidarsi alla sensibilità di chi risponde al telefono e questo step in più può essere decisamente pericoloso.

"A quattro giorni dall'oscuramento del sito Areu 118 in real time non ci sono canali per acquisire informazioni sulle attività in Lombardia in modo efficace e continuativo. La centrale operativa, probabilmente subissata di chiamate, risponde solo in qualche occasione, l'ufficio stampa non rilascia informazioni dettagliate. Chiediamo chi possiamo chiamare e ci viene detto che 'non ci sono ancora direttive'. Siamo al caos completo, altro che linee dedicate", hanno ricordato dal gruppo cronisti lombardi a Bertolaso, che nell'ultima nota ufficiale non aveva risparmiato qualche stoccata. "Risultato: da quattro giorni, per i cittadini lombardi, va 'tutto bene'. È questa la trasparenza della Regione Lombardia e della Giunta Fontana? - si sono provocatoriamente chiesti i giornalisti -. Ma può una Regione che dovrebbe essere la 'locomotiva d'Italia' non aver pianificato uno spegnimento operativo che coinvolge in modo così radicale gli organi d'Informazione?". 

Intanto, mentre Areu non va e mentre a Milano non succede nulla - forse -, le comunicazioni dal Pirellone, tutte positive, continuano ad arrivare. Lì il tasto off non è stato premuto. 

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