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Perché le case popolari di Milano non si riescono ad assegnare

L'assessore Maran: troppa burocrazia e lentezza

"Abbiamo migliaia di richieste di case, abbiamo le case, ma non riusciamo ad assegnarle". Un paradosso, quello denunciato martedì da Pierfrancesco Maran, assessore alla casa e ai quartieri del Comune di Milano, secondo i cui calcoli l'offerta abitativa pubblica a Milano per il 2022 consiste in 2.200 alloggi popolari (di cui 950 di MM e 1.250 di Aler) a cui vanno aggiunti 300 appartamenti (200 di MM, 100 di Aler) per i servizi abitativi transitori. 

"Sarà improbabile che saremo in grado di assegnare 2.500 case", ha scritto Maran: "Anche nel 2021 non ce la si è fatta". Secondo l'assessore il motivo sta in un paradosso burocratico dovuto alla legge regionale in vigore sulle assegnazioni: "E' centrata sull'idea che bisogna mettere a disposizione un patrimonio e poi individuare le persone assegnatarie, con una lentezza che purtroppo è impressionante ed esasperante per tutti coloro che sono coinvolti", ha dichiarato l'assessore.

La burocrazia fa il resto: circa trenta assegnazioni a settimana, con un ritmo troppo lento che costringe a lasciare inutilmente vuoti alloggi che sarebbero pronti all'uso. L'arretrato è di oltre mille alloggi ancora da assegnare ai vincitori del bando precedente. Per quanto riguarda gli alloggi per la polizia e i vigili del fuoco, nel 2022 (d'accordo con la prefettura) non è stato presentato un bando perché, nel 2021, due terzi degli appartamenti non sono stati assegnati per carenza di domanda. Secondo Maran, si potrebbe "allargare il campo", estendendolo ad altre forze come la polizia penitenziaria o ad altri dipendenti pubblici con funzioni essenziali. 

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