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Nuovo stadio, quei "no" della conferenza dei servizi ignorati dai politici milanesi

Poco verde, troppo cemento, costi alti rispetto alla ristrutturazione del Meazza. Rizzo (Milano in Comune): «Pronti a far pagare alto prezzo politico per opporci»

Il verde intorno al nuovo stadio che non sarà vero verde, perché sarà in superficie, a terrazze e aiuole (in pratica, arredo urbano). La conferenza dei servizi che in cui sono emersi molti pareri negativi ma che alla fine è stata "trasformata" in esito positivo. La direzione patrimonio del Comune di Milano che, addirittura, dichiara che il progetto ha lacune tali da chiedere la sospensione del procedimento. Il costo "pro capite" di 6 mila euro per ogni posto a sedere mentre i nuovi stadi europei sono costati la metà. Le case a soli trenta metri dal nuovo impianto.

Conferenza servizi: pareri negativi

Sono alcuni dei motivi per i quali un gruppo di cittadini si oppone al nuovo stadio a San Siro. Sono stati illustrati in un'assemblea all'aperto, convocata per mercoledì 8 luglio dalla lista di sinistra Milano in Comune, a cui seguirà un presidio davanti a Palazzo Marino per il 14 luglio alle 18.30. «La delibera di giuntta con cui si è dato il via libera al nuovo stadio non riporta in modo trasparente i pareri della conferenza dei servizi, che sono soostanzialmente negativi», ha affermato Gabriele Mariani, architetto ed esponente della lista: «Ci sono uffici comunali che dicono che il progetto è discutibile, non conveniente per il Comune, lacunoso. La delibera della giunta, invece, afferma che l'area ha ampie superfici in asfalto e quindi consente una rigenerazione. Ma bisogna per forza costruire alberghi e uffici per sistemare l'asfalto?». 

Il verde "dimezzato"

Altro capitolo, la questione del verde, a cui si accennava: rispetto ai 5,2 ettari attuali di verde profondo, cioè con terreno in grado di drenare l'acqua e farla andare alla falda, il progetto del nuovo stadio prevede 2,6 ettari di arredo urbano, con aiuole e terrazze verdi, che non sarebbero in grado di drenare l'acqua. E poi il nuovo impianto sarebbe molto a ridosso delle case di via Tesio: un edificio alto come dieci piani a qualcosa come una trentina di metri. Secondo Gabriella Bruschi, a capo del comitato contro il nuovo stadio, il motivo è che Hines ha acquistato l'ex trotto, accanto al Meazza attuale, per farci delle case a cui non vogliono mettere davanti uno stadio: «Piazzarlo davanti alle nostre, invece, va bene perché sono state già vendute».

Il costo "doppio" rispetto agli stadi europei

E poi si arriva al costo del nuovo stadio: 505 milioni di euro, secondo Milan e Inter, ovvero circa 6 mila euro per ogni posto a sedere. I nuovi stadi europei costruiti di recente sono costati esattamente la metà "pro capite". A fronte di ciò, come è noto, i club hanno chiesto un indice di edificazione di 0,63 metri cubi su metro quadrato. Il Piano di governo del territorio prevederebbe un indice di 0,31. Per tutti gli intervenuti è assurdo che i club vadano a spendere il doppio rispetto alla media europea per poi chiedere un indice di edificazione doppio rispetto al Pgt. «Il Comune di Milano - ha commentato Basilio Rizzo, consigliere comunale di Milano in Comune - avrebbe dovuto sedersi al tavolo di trattativa dicendo alle squadre: "Noi siamo fermi sull'indice stabilito nel Pgt". Invece non l'ha fatto».

L'alternativa: ristrutturare il Meazza

Come si sa, i due club hanno valutato che la ristrutturazione costerebbe troppo (quasi la stessa cifra della costruzione ex novo) e costringerebbe le squadre a giocare per un certo tempo da un'altra parte. Ma non tutti sono d'accordo su questo. Due studi di progettazione hanno realizzato altrettanti progetti che prevedono entrambi l'eliminazione del terzo anello, sostituito o con una nuova copertura a forma di diamante che esalterebbe la sinuosità del secondo anello ("icona" sportiva), oppure con una galleria panoramica.

Entrambe le soluzioni costerebbero poco più di 200 milioni di euro e permetterebbero, stando ai progettisti, di riadeguare il Meazza fornendo tutti quei servizi di cui oggi è carente (ristoranti, ma anche nuovi servizi igienici e somministrazione di cibo e bevande più all'altezza), aumentando i posti "premium" e quindi i ricavi, con il vantaggio di un minore esborso di denaro e di non "toccare" quello che, come ha ricordato Rizzo, è uno stadio «nel cuore del mondo, il secondo più amato». Senza dimenticare che il Meazza attualmente risponde già a standard sportivi dettati dall'Uefa, tanto che nel 2016 ha ospitato la finale di Champions League.

«Secondo ingegneri e architetti, al Meazza si possono realizzare tutte le tecnologie per farlo restare ai primi livelli dei rating internazionali, dove già è ora, ce lo invidiano in tutto il mondo. Si può ristrutturare risparmiando soldi, non interrompendo il campionato, i tempi sarebbero brevi. Sala ha promesso che sarà al Meazza l'inaugurazione delle Olimpiadi invernali nel mese di febbraio del 2026, se ristrutturiamo ci stiamo. Manterremmo più posti rispetto al nuovo stadio senza cementificare intorno», ha spiegato la Bruschi.

Assemblea Stadio San Siro - Milano in Comune-2

«Far pagare alto prezzo politico»

Far pagare un prezzo politico «troppo alto» a qualunque livello: la linea politica l'ha dettata Rizzo, alla fine, ed è quella di essere pronti a combattere su vari fronti «perché la Legge nazionale sugli Stadi prevede che, se il Comune la tira per le lunge, il Governo si assume la responsabilità di decidere». Un rischio da correre, perché per l'esponente di sinistra, "decano" di Palazzo Marino, sarebbe peggio se il consiglio comunale rivotasse entro il 2021, prima delle prossime elezioni. «Sullo stadio c'è una maggioranza trasversale a favore del nuovo impianto, perché quando c'è da costruire qualcosa in città, c'è sempre una maggioranza trasversale per il sì. Ma anche se nel centrosinistra ci sono oggi consiglieri contrari, quanti di loro avranno il coraggio di mantenere questa posizione a ridosso delle elezioni, quando dovranno anche lottare per avere un posto in lista?».

Rizzo ha anche avvertito sulle posizioni del sindaco Beppe Sala e dell'assessore all'urbanistica Pierfrancesco Maran. Il sindaco si è da subito dichiarato "difensore" del Meazza. «Ad un certo punto, quando si "dovrà" cambiare idea, potrà dire: "Vedete? Se perfino io che ero contrario ora sono favorevole, potete essere favorevoli tutti"». In quanto a Maran, Rizzo ha ricordato che, prima dell'ultimo incontro coi club, sul tema delle volumetrie aveva "chiuso", affermando che a quelle condizioni non si sarebbe potuto far nulla. Subito dopo, con i club che si sono dichiarati disposti a "scendere", ha detto che si poteva iniziare a ragionare.

Infine un cenno alle trattative in corso per la cessione del Milan, oggi di proprietà del fondo americano Elliott. Ci sarebbe (dicono i "rumors" da parecchi mesi) l'interesse del gruppo francese Lvmh di Bernard Arnault. «Ad un acquirente del genere - ha notato Rizzo - non interessa più di tanto lo stadio, ma il lusso derivato dallo stadio. Non interessa tantoo l'impianto, ma il documento che consente la costruzione dell'impianto. Avevano promesso che una parte dei soldi sarebbe andata alle case popolari di San Siro: ce lo vedete Louis Vuitton che si preoccupa delle case popolari?».

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