Milano, all'asta i barconi sfrattati dal Naviglio: 10mila euro per gli storici ex bar e locali
L'asta si chiude il 25 febbraio. Base di partenza per le offerte diecimila euro. I dettagli
Il comune cerca acquirenti per i quattro barconi "sfrattati" e rimossi ormai un anno fa dalle acque del Naviglio Pavese. L'asta - informa palazzo Marino in una nota - si chiuderà il 25 febbraio, con l’apertura delle buste con le offerte economiche in una seduta pubblica.
La base d’asta per le imbarcazioni - che hanno ospitato per decenni bar e ristoranti storici di Milano - "è di 10mila euro per ognuno dei galleggianti che attualmente si trovano custoditi nel parcheggio Trenno Atm in via Novara". Una volta venduti, i quattro barconi - circa 25 metri di lunghezza e 5 di larghezza ognuno - "dovranno essere trasportati a spese dei compratori", sottolinea il comune.
“Con l’asta si chiude nel modo più giusto una vicenda complicata e fin troppo lunga della storia del Naviglio – le parole dell'assessore al Demanio, Roberto Tasca –. La storia dei barconi, che pur non avendo le autorizzazioni necessarie sono rimasti ormeggiati e attivi per anni, aveva dell’assurdo e la loro rimozione è stato un atto doveroso verso i milanesi. Così come è doverosa la loro vendita per recuperare parte delle spese di rimozione”.
La storia dei barconi sui Navigli
Quella dei barconi sui Navigli è infatti una storia che si è trascinata per anni, tra concessioni, licenze ritirate e veri e propri tentativi di sgomberi.
Nel 1985 la gestione delle acque dei Navigli era totalmente in capo alla Regione, che aveva dato la concessione per i barconi ritirandola però l'anno successivo. Da lì in poi una guerra di carte bollate. Nel 1995, ad esempio, il Pirellone aveva stabilito che i Navigli fossero un bene di "archeologia industriale" e aveva motivato in questo modo l'ennesima ingiunzione a eliminare i barconi.
Nel frattempo, però, le acque erano passate alla gestione del Comune di Milano e nel 2009 era stata rifiutata la regolarizzazione delle concessioni perché i barconi erano stati considerati incompatibili con “la qualità monumentale dei siti, la navigazione turistica e i lavori di sistemazione delle sponde”.
L’ultima spinta alla demolizione è stata poi la direttiva Bolkestein dell'Unione Europea, che prevede che ogni spazio demaniale o pubblico sia messo a bando. Comprese, naturalmente, le acque dei Navigli.
Poco dopo invece erano arrivate le grate ai barconi, i sigilli e la parola fine con le rimozioni.