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Tangenti e appalti truccati in Atm, Giana: "Allontanati tutti fornitori coinvolti nel caso"

"Sono stati risolti sette contratti che erano in corso con fornitori di Atm coinvolti nell'indagine per il giro di appalti truccati", ha riferito il direttore generale dell'azienda di trasporti

"Sono stati risolti sette contratti che erano in corso con fornitori di Atm coinvolti nell'indagine per il giro di appalti truccati per i lavori di manutenzione delle linee della metropolitana che nel giugno scorso ha portato all'arresto di 13 persone, tra cui il dirigente Paolo Bellini". Queste le parole del direttore generale di Atm Arrigo Giana nel corso dell'audizione in commissione comunale Mobilità e Antimafia di martedì pomeriggio.

"Delle 16 aziende citate a diverso titolo, ce ne sono nove che erano al momento fornitori di Atm e che avevano contratti in essere. - ha chiarito Giana -. Abbiamo risolto sette contratti che erano in corso in quel momento, abbiamo avviato ed escluso da gare in corso due soggetti e i fornitori, dove possibile, sono stati tutti allontanati".

Metro di Milano, tangenti anche per l'appalto frenate

In base a quanto emerso dall'indagine del pubblico ministero Giovanni Polizzi e del Nucleo di polizia economico finanziaria della finanza di Milano, Bellini avrebbe pilotato almeno otto gare pubbliche di Atm in cambio di mazzette e lavori in subappalto per imprese di cui era socio occulto. Risultano indagate anche altre società, tra cui Siemens Mobility e Alstom Ferroviaria, che avrebbero vinto alcuni appalti grazie alle informazioni fornite da Bellini.

In casa del dirigente arrestato durante le perquisizioni erano stati trovati 17mila euro, mentre altri 50mila erano invece nelle sedi delle società a lui riferibili. I soldi, più nel dettaglio, erano stati rinvenuti negli uffici della Ivm, una delle due società (insieme ala Mad System) che Bellini avrebbe utilizzato come "socio occulto" per ottenere subappalti dalle imprese vincitrici nelle gare che lui stesso avrebbe truccato fornendo informazioni privilegiate.

Tangenti in Atm: gli arresti

Gli arresti erano scattati nella giornata di martedì 23 giugno 2020. Le accuse mosse, a vario titolo, erano associazione a delinquere finalizzata al compimento di plurimi reati contro la pubblica amministrazione e in particolare corruzione, turbativa d'asta, peculato, abuso d'ufficio e falso in atto pubblico.

Le indagini avevano riguardato in totale 30 persone fisiche e otto società. Gli investigatori avevano passato sotto la lente d'ingrandimento otto gare d'appalto per un importo complessivo di 150 milioni di euro.

Secondo le indagini, il metodo seguito dall'associazione consisteva nell'offrire alle imprese interessate a partecipare alle gare d'appalto indette da Atm la consulenza del pubblico ufficiale, sotto forma di fornitura di materiale e informazioni privilegiate, trafugate dalla stazione appaltante, o garantendo la possibilità di sopralluoghi e riservati e perfino la supervisione e correzione delle bozze di offerta, fino all'indicazione precisa delle percentuali di ribasso da offrire ad Atm per battere le imprese concorrenti.

Il tutto, sempre secondo gli investigatori, in cambio della promessa di versamenti in denaro, proporzionali al valore d'appalto e cadenzati mensilmente, e all'impegno da parte dell'impresa aggiudicataria di coinvolgere nell'esecuzione delle opere, in qualità di subappaltatori, altre società con le quali il funzionario avrebbe concordato remunerazioni illecite. Fra ottobre 2018 e luglio 2019 sarebbero state registrate promesse e versamenti di denaro per oltre 125mila euro, oltre a diverse utilità quali prestazioni di servizi e benefit vari.

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