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In tre sedi della Statale ci saranno aule per pregare e meditare

La proposta partita da due studenti musulmani della lista liberale-laica Unilab: è stata approvata all'unanimità dal Senato accademico

Tre aule dedicate alla preghiera, alla meditazione o alla riflessione, aperte a tutti gli studenti della Statale: la deliberazione del Senato accademico (all'unanimità) prevede che vengano individuate in tre sedi dell'ateneo milanese: Festa del Perdono, Città Studi e Sesto San Giovanni.

L'idea è nata da diversi studenti e studentesse di varie confessioni religiose ed è stata raccolta da Emma Creola, rappresentannte in Statale per la lista Unilab: «Abbiamo trovato - spiega - la massima apertura in questa amministrazione. La proposta è stata particolarmente caldeggiata da due nostri associati di fede musulmana. Non avendo un luogo adatto per pregare, dovevano usare gli spazi del Politecnico o i corridoi». 

Prima di portare la proposta in Senato accademico, la lista Unilab ha interessato l'osservatorio per il diritto allo studio, per capire se l'iniziativa potesse minare il principio di laicità dell'università pubblica. La risposta è stata positiva. Le tre aule sono già utilizzabili, ricavate da spazi vuoti o di nuova costruzione, accessibili su turni e con i dispositivi anti-covid.

Le reazioni: sddisfatti gli studenti musulmani e cattolici

«Nell'Islam sono cinque le preghiere giornaliere, ognuna con una fascia oraria ben precisa. Questo spazio ci permetterà di evitare l'accumulo delle preghiere al ritorno a casa, ma anche di avvicinare alla cultura musulmana nei suoi diversi aspetti, favorire il dialogo interculturale, l'inclusione e la conoscenza reciproca in ambito accademico», è il commento di Nadia Hammami, studentessa in Statale e vice presidente dell'associazione Studenti universitari musulmani (Sum).

«Siamo da sempre interessati al dialogo interreligioso», dichiara Tindara Scirocco della Federazione universitari cattolici (Fuci) della Statale: «Bello sapere che anche la Statale sia riuscita ad aprire questi spazi. Noi abbiamo una cappella universitaria di riferimento in Festa del Perdono, ma l'idea che ci si possa trovare a pregare con studenti di altre fedi dà spazio anche alla possibilità di confronto e dialogo. Un timido saluto all'entrata dell'ateneo può trasformarsi in un momento di preghiera comune e poi evolvere in una chiacchierata davanti a un caffè. Da questo incontro non può che nascere bellezza».

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