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Il dato

Aumentano le persone povere a Milano (anche se lavorano)

A porre l'accento sul "lavoro povero" è il Rapporto sulla povertà nella Diocesi di Milano per il 2021

SI lavora ma il denaro, soprattutto in una città come Milano, non basta mai. Come se l'inflazione galloppante non bastasse, a confermare quella che per molti è più di una sensazione ci sono i dati della Caritas. Il 2021 è stato l'anno di consolidamento del "lavoro povero", una tendenza costantemente in aumento da alcuni anni, tanto che sono sempre più le persone che chiedono aiuto alla Caritas pur avendo un'occupazione, mentre i disoccupati che si rivolgono alla Caritas sono passati lo scorso anno dal 62,5% del 2016 al 54,8%.

A porre l'accento sul "lavoro povero" è il Rapporto sulla povertà nella Diocesi di Milano per il 2021 il base al quale tra le persone che ricorrono alla Caritas sono aumentate quelle impegnate in lavori atipici, irregolari, sottopagati o in professioni low skill (con bassa competenza).

A Milano si lavora ma si resta poveri

Il rapporto si basa sulle informazioni raccolte da un campione di circa un terzo (125) dei quasi 400 Centri d'ascolto nella Diocesi con l'aggiunta dei tre servizi attivi a Milano (Sam, Siloe e Sai). Non raccoglie invece dati sulle richieste post invasione dell'Ucraina da parte della Russia e a causa della crisi energetica anche se indicativamente arrivano "segnali preoccupanti" Il totale delle persone incontrate è aumentato dell'11,6 rispetto al 2020 e del 5,2 rispetto al 2019: è il dato più alto rispetto al 2014.

Un dato spiegabile con il ritorno a pieno regime, anche in presenza, dei centri d'ascolto, ma che testimonia anche la "persistente impossibilità per molte persone e famiglie di uscire dalla condizione di impoverimento, insorta o aggravata dalla pandemia. Con la crisi energetica destinata probabilmente a rendere ancora più difficile che escano da questa condizione".

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