Aumento biglietti Atm, Comune e Regione si rimpallano le colpe
L'assessora Censi: "Non potevamo fare altrimenti, la Regione stralci adeguamento Istat". Il Pirellone: "Il Comune può far fronte agli aumenti col suo bilancio"
Come prevedibile, la notizia dell'aumento del biglietto singolo di viaggio Atm ha suscitato un vespaio di polemiche. Ed è partito il rimpallo politico delle responsabilità tra Regione e Comune. In autunno, infatti, il tagliando potrebbe aumentare da 10 a 30 centesimi oltre i 2 euro odierni. Palazzo Marino accusa il Pirellone e viceversa.
"Le agenzie del Trasporto pubblico locale (Tpl) sono assolutamente libere di decidere se applicare o meno gli aggiornamenti Istat - ha spiegato l'assessora alle infrastrutture e trasporti della Lombardia Claudia Maria Terzi -. Spetta a loro la scelta, nel caso decidessero di agire in quella direzione, di come e dove andare ad incidere con le rimodulazioni e di come accordarsi o compensare le aziende".
"Da parte nostra - ha puntualizzato Terzi - possiamo evidenziare che eventuali aumenti decretati dalle Agenzie, che dipendono principalmente dalle Amministrazioni comunali dei capoluoghi di Provincia e per il caso di Milano anche dalla Città metropolitana, si rivelerebbero più contenuti qualora le Agenzie operassero le decurtazioni derivanti dalle verifiche del raggiungimento degli obiettivi qualitativi definiti preventivamente dalle agenzie stesse".
Secondo Palazzo Lombardia gli attuali adeguamenti tariffari sarebbero stati "fortemente richiesti da aziende e associazioni del settore, che restano in sofferenza a causa del calo degli introiti in seguito alla pandemia e al tema dell’aumento generalizzato dei costi". Inoltre il caso di Milano sarebbe particolarmente singolare "dato che i servizi Atm sono tuttora gestiti dal Comune e il ricavato dei biglietti alimenta il bilancio comunale - ha puntualizzato Terzi -. Il Comune di Milano, in quanto ente regolatore, può dunque proporre in autonomia di evitare aumenti dei biglietti facendovi fronte col proprio bilancio".
La replica del Comune: adeguamento Istat voluto dalla Lombardia
"Quello che deve essere assolutamente chiaro è che la Regione Lombardia ha deliberato l’adeguamento Istat sul costo del trasporto pubblico. L’effetto economico di questa loro decisione è di circa 38 milioni per tutta la Lombardia, con una stima approssimativa in proporzione per la città di Milano che si aggira tra i 15 e i 17 milioni di euro", è la replica a stretto giro dell'assessora alla Mobilità Arianna Censi.
"Come emerso ieri nel corso dell’incontro dell’agenzia di Bacino, la Regione Lombardia avrebbe potuto benissimo decidere di intervenire e compensare autonomamente l’aumento Istat, mettendo dei fondi propri, e non gravando sulle agenzie. Non l'ha fatto", prosegue. "Il Comune è obbligato a reperire questo incremento, può solo decidere su chi dovrà gravare, se su tutti i cittadini, attraverso il bilancio del Comune, se su tutti quelli che utilizzano il trasporto pubblico, oppure solo su chi lo usa saltuariamente. Abbiamo ritenuto che il primo caso non fosse pensabile, il secondo non fosse sostenibile e non in linea con le nostre politiche di incentivazione dell’utilizzo del trasporto pubblico, il terzo fosse l’unica possibilità rimasta. Non era possibile non scegliere", prosegue. "Se la Lega decidesse di fare una battaglia per chiedere alla loro Regione di stralciare l’adeguamento Istat, noi saremo al suo fianco", conclude.