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Il commento

Massimiliano Tonelli

Direttore Editoriale CiboToday

Calvairate

Milano si sta finalmente ribellando all’arroganza delle auto?

I flash mob di Massa Marmocchi, la richiesta di strade scolastiche, la commovente “ciclabile umana” di Viale Monza. E in zona Piola sulle auto posteggiate male sono comparsi degli adesivi. Il Comune non si muove, ma la cittadinanza forse sì

L’aria è sempre più irrespirabile. La congestione del traffico ha superato i picchi pre pandemici così come l’aggressività e la sfacciataggine degli automobilisti padroni incontrastati dello spazio pubblico sia quando guidano che quando parcheggiano le loro vetture sempre più grandi e sempre più inutili. Nel frattempo tutte le città occidentali vanno in direzione opposta: carreggiate ridotte, aree pedonali, ciclabili dovunque, zone 30, strade scolastiche. Per quanto ancora riusciremo ad ignorare il percorso che l’intero pianeta ha intrapreso sulle faccende della mobilità?

Via Tito Livio ingestibile

In questo scenario distopico, qualsiasi amministrazione autenticamente orientata al bene comune, messa davanti ad un fatto atroce come la morte di un ragazzino di 14 anni che stava andando a scuola in bicicletta, prenderebbe la palla al balzo ed al cordoglio di maniera farebbe seguire azioni, decisioni non procrastinabili, provvedimenti netti. E invece il nulla. Il nulla di nulla.

Luca Marengoni è morto in Via Tito Livio, una strada che se ci passate e focalizzate la qualità urbana che vi circonda vi prende il giramento di capo: sembra di essere teletrasportati da una beffarda macchina del tempo in qualche paese in via di sviluppo negli anni ottanta: una tramvia lasciata al grezzo, senza erba o corsia d’asfalto, con qualche attraversamento carrabile alla rinfusa, ai lati le auto parcheggiate, nessuna contromisura per l’eccessiva velocità di vetture e moto, nessuna corsia ciclabile, nessuna protezione, nessun limite fisico alla doppia fila. Una strada come si concepivano le strade sessant’anni fa: qui la notizia non è la agghiacciante tragedia di Marangoni, la notizia è che tragedie simili non si ripetano una volta al mese.

Il Comune ha dichiarato la messa in sicurezza di questa strada e delle altre mille strade come questa? Ha annunciato misure lucide ed efficaci per incentivare i ragazzi che vanno a scuola in bici per celebrare con dignità la memoria di Luca? Ha colto l’occasione per spingere l’acceleratore sulle nuove piste ciclabili indispensabili ad una delle città che per proprie caratteristiche potrebbe essere tra le più bike-friendly d’Europa e che invece rappresenta il solito inensato incubo italiano alla mobilità sostenibile? Il nulla di nulla.

Però se dall’alto tutto tace, qualcosa si muove dal basso questa volta. Qualcosa che finalmente sembra avere dimensioni, massa critica, potenzialità di impatto.

Le mobilitazioni dal basso

Flashmob silenziosi in bicicletta organizzati da Massa Marmocchi. I cartelli “vogliamo strade scolastiche” appesi all’esterno di tantissime scuole e asili. Una commovente manifestazione a viale Monza dove la ciclabile ha avuto per una mattinata delle barriere umane a proteggerla. E nella zona di Piola e Loreto in questi giorni, sulle auto posteggiate sui marciapiedi sono apparsi come un miracolo civico degli adesivi gialli con scritto “questo non è un parcheggio” e col disegno di un’auto appollaiata su un arbusto. Un progetto anonimo, non rivendicato, ma che ha buone potenzialità virali (ditemi dove posso trovare gli adesivi: li voglio!).

Il Comune di Milano storicamente tollera l’inaudita sosta sui marciapiedi senza dimostrare di voler superare questo scenario impensabile in qualsiasi altra città occidentale. Se l’amministrazione non vuole far nulla, però, forse le cose potranno cambiare grazie ad una mobilitazione dal basso e questo sembra avvenire alla fine del bizzarro 2022 dove tutti parlano di risparmi energetici e sostenibilità e poi però parcheggiano un suv da 3 tonnellate sopra le radici di un platano. “Il costipamento del piatto radicale dovuto alla sosta delle auto” ci spiega il socio fondatore dell’Associazione Arboricoltori Stefano Lorenzi “procura una serie di problemi lenti e irreversibili innescando processi che portano l’albero ad avere problemi di stabilità. Contrariamente a quanto si crede” continua Lorenzi “le radici degli alberi non viaggiano tanto in profondità e anzi devono stare in quota dove trovano ossigeno e microelementi. Ecco perché i danni da calpestìo sono molto gravi”. Gli adesivi sono un grido: smettiamola di torturare gli alberi pur di garantire qualche posto auto abusivo in più, facciamo male agli alberi stessi e facciamo male a noi perché rendiamo le strade gravemente insicure oltre che terribilmente brutte.

O il Comune si dà una mossa o le proteste aumenteranno

A Roma, gli attivisti di Ultima Generazione stanno quotidianamente trasformandosi in barriere umane per bloccare il traffico sul Grande Raccordo Anulare o su strade urbane tipo, lo scorso 11 novembre, quelle che pur circondando il Colosseo sono sempre assillate dal traffico veicolare. Non resta che auspicare anche il loro arrivo a Milano per unirsi a questa nuova ribellione civile che sarà tanto più intensa quanto più continuerà ad essere debole, priva di coraggio, pavida la risposta e la visione delle istituzioni. 

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