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In autostrada a 150 km/h: quali sono le strade di Milano idonee

La proposta di aumentare il limite in autostrada coinvolgerebbe alcuni tratti milanesi

Aumentare il limite di velocità in autostrada? Il vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini nei giorni scorsi ha aperto alla possibilità di innalzare il limite di velocità in autostrada dagli attuali 130 km/h a 150 km/h. Parlando dell'aggiornamento del Codice della strada, Salvini ha spiegato a Radio24 che i tecnici sono al lavoro per portare sulle strade italiane il "modello tedesco". A Milano e d'intorni, le strade che "potenzialmente" avrebbero tutte le carte in regola per avere tratti con il limite a 150 km/h sono le autostrade A1, A4, A8.

Il limite a 150 in realtà esiste già

L'articolo 142 del Codice della strada introdotto nel 2002 e riformato nel 2010 prevede già che il limite di velocità può essere alzato sopra i 130 in alcune circostanze. Le condizioni sono:

  • che l'autostrada abbia tre corsie (più quella d'emergenza);
  • che ci siano le apparecchiature per il calcolo della velocità media di percorrenza su tratti determinati (i "safety tutor"); 
  • che lo permettano l’intensità del traffico, le condizioni atmosferiche prevalenti e i dati di incidentalità degli ultimi cinque anni. 

L'unione di queste tre condizioni rende alcune strade italiane già idonee per l'innalzamento del limite. Parliamo, ad esempio, dell'A1 Milano-Napoli, l'A4 Milano-Brescia, l'A26 (Genova Voltri-Gravellona Toce), l'A14 Bologna-Bari e l'A30 Caserta-Salerno. In totale, su più di sette mila chilometri autostradali, soltanto su due mila si potrebbe guidare ai 150 chilometri orari. "Potrebbe" perché - nonostante lo permetta la legge - questo limite non è mai stato innalzato dagli enti proprietari autorizzati a farlo. 

La proposta di Salvini

"Stiamo facendo tutte le valutazioni perché ci sono tratte autostradali ampie dove sul modello tedesco si potrebbe pensare anche di aumentare i limiti di velocità", ha detto Salvini nel presentare di nuovo (la prima volta fu nel 2018) il piano per l'innalzamento del limite. Il ministro ha fatto riferimento alla Germania, dove in alcuni tratti autostradali e sotto precise condizioni non è previsto il limite di velocità.

"Visto il basso tasso di incidentalità, perché purtroppo la stragrande maggioranza dei morti non sono più su autostrada ma sono sulle strade extraurbane, ha aggiunto. Il ministro qui ha ragione: i dati Istat del 2021 hanno evidenziato come solo il 5 per cento degli incidenti è avvenuto su autostrade, mentre la stragrande maggioranza su strade urbane o extraurbane.

"Con buonsenso - ha continuato Salvini - si potrebbero aumentare i limiti in alcuni tratti e diminuire in altri, ci stiamo lavorando con i tecnici, la velocità non è una scelta politica". Il suo piano coinvolge le autostrade A1 tra Modena Nord e Modena Sud, parti dell’A8 Milano-Varese, dell’A4, ancora la A1 tra Colleferro e Anagni ma anche l’A30 tra Caserta e Salerno. 

L'analisi di Altroconsumo

A smorzare l'entusiasmo di chi si pone a favore dell'aumento del limite di velocità ci ha pensato una ricerca di Altroconsumo. Secondo le stime, applicando questa misura si avrebbe un significativo incremento dei consumi di carburante, delle emissioni di CO2 e di altri inquinanti, oltre che un aumento degli incidenti stradali e della loro potenziale gravità.

In primo luogo, la ricerca stima un aumento del 20 per cento del consumo di carburante. Si sa, con un aumento della velocità, aumenta anche il consumo del carburante e le conseguenti emissioni. L'organizzazione dei consumatori stima che sopra i 120 km/h - indicativamente ogni 10 km/h di velocità in più - si consuma circa il 10 per cento di carburante in più (in misura variabile alla vettura che si utilizza): passando da 130 km/h a 150km/h il consumo aumenterebbe del 20 per cento. Al consumo di carburante è poi legato il conseguente incremento dell'emissione di CO2 che aumenterebbe - ancora - del 20 per cento. 

Il secondo aspetto della ricerca di Altroconsumo riguarda la sicurezza stradale. L'aumento della velocità a 150 all'ora necessiterebbe di più spazio d'arresto per il veicolo, nello specifico la ricerca parla di oltre 40 metri in più: lo "spazio di arresto" è infatti la somma tra "spazio di reazione" e "spazio di frenata". Se il primo riamane sempre uguale a un secondo - cioè quello che ci si mette per accorgersi di un pericolo - lo "spazio di frenata" aumenta all'aumentare della velocità. Si stima che si passerebbe da 149 metri di spazio di arresto andando a una velocità a 130 all'ora, a 192 metri andando ai 150 all'ora. Questo aumenterebbe la probabilità di incidente, nonché la sua pericolosità. La forza cinetica in movimento di una vettura ai 150 all'ora sarà sicuramente più d'impatto rispetto a una vettura ai 130 all'ora. 

Infine, Altroconsumo specifica come l'aumento del limite sopra i 130 non faccia risparmiare così tanto tempo, a differenza di quanto si pensi. Stimando che ai 130 chilometri orari si percorrano 75 chilometri in 34 minuti e mezzo, aumentando la velocità a 150 all'ora i minuti per percorrerli sarebbero soltanto trenta: un risparmio di solo quattro minuti e mezzo, cioè un tempo molto esiguo se si considerano tutti gli altri effetti negativi. 

I risultati portati avanti dall'organizzazione dei consumatori hanno dimostrato come esistano più rischi che benefici nell'introduzione della misura: maggiore inquinamento, maggiore pericolosità di incidente e riduzione della vista durante la guida - a fronte di pochissimo tempo risparmiato - sono gli elementi chiave che anche i tecnici stanno sicuramente tenendo in considerazione e che avranno un peso chiave nella stesura della legge.

Resta da capire se questa proposta vedrà mai la luce, ma soprattutto se gli enti proprietari e concessori delle reti autostradali decideranno di applicarla. A loro infatti resta - per la legge attuale - l'ultima parola.

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