rotate-mobile

Massimiliano Tonelli

Direttore Editoriale CiboToday

Portare i bambini a scuola in auto dovrebbe essere vietato

Chi di voi non ha vissuto nell’anno scolastico appena concluso il siparietto triste delle auto in quarta fila, sulle strisce, sui marciapiedi, dei clacson, dell’inquinamento e degli incidenti fuori alle scuole?

L’anno scolastico è finito e il traffico in città ha cambiato faccia. È così per forza di cose: secondo attendibili rilevazioni ben un quinto della mobilità delle ore di punta è determinata dal movimento casa-scuola e poi scuola-casa. Uno stile di vita che riguarda decine di migliaia di famiglie con bambini tra zero e tredici anni. Uno stile di vita che può cambiare, che deve cambiare. Vediamo come.

Il siparietto lo conosciamo tutti: le decine di auto “fuori scuola” ad aspettare o a lasciare i pargoletti, i clacson, i bus bloccati, i litigi, l’inquinamento. Talvolta gli incidenti che magari coinvolgono i più piccoli. Portiamo i nostri figli a studiare per garantirgli una formazione e farli diventare cittadini e nel farlo gli somministriamo una dose di stress, aggressività e violenza che pregiudica tutto. Che senso ha? Come può cambiare uno scenario così contraddittorio?

Lo strumento c’è e si chiama “strada scolastica”. È anche una legge dello Stato da un paio d’anni e Milano sta iniziando a sperimentarla da qualche parte. La strada scolastica è una strada disegnata in maniera tale da essere sicura, da tenere alla larga le automobili, dal rendere impossibile o molto molto disagevole il malcostume della sosta selvaggia per lasciare e prendere i bambini. Strade scolastiche possono essere fisse, con un redesign complessivo dell’area, o temporanee con chiusure a fasce orarie. Lo spirito di questo approccio non è solo orientato alla sicurezza stradale (pure importantissima), ma è assai più strategico: è orientato alla mobilità a tutto tondo, con benefici anche molto distanti dal plesso scolastico riqualificato.

Entriamo nella mentalità di un genitore medio che non si pone più di tanto il problema dell’impatto delle sue scelte. Mettiamoci nei suoi panni. Finché può accompagnare il figlio a scuola parcheggiando “giusto un attimino” sulle strisce pedonali, in curva, nella rotatoria, in doppia fila o sul marciapiede, beh, lo fa! Si sente legittimato a farlo perché “lo spazio c’è”, perché “è solo un istante e non do fastidio a nessuno”. Si è sempre fatto così, peraltro quasi tutti gli altri fanno così, insomma dov’è il problema? Chi sbaglia ogni giorno percepisce il proprio errore non come errore ma come mera ineluttabile abitudine. Questa scelta non ha solo conseguenze sulle condizioni delle strade circostanti la scuola - che diventano inquinate, brutte, pericolose - ma ha conseguenze sulla mobilità in generale. Perché quel genitore una volta partito al mattino con la sua auto privata sarà per tutto il resto della giornata un cittadino che dovrà portarsi dietro una macchina, sarà dunque il mezzo con cui andrà in ufficio, a fare commissioni, dovrà trovare posteggio, dovrà subire ingorghi e contribuirà a generarli. E al pomeriggio a prendere il bambino? Si ritornerà con quella stessa auto, del resto ormai ce l’ho... Solo per una parte molto molto minoritaria di queste persone l’auto è davvero indispensabile (e questa parte avrebbe dei benefici perché non si troverebbe più a condividere la strada con coloro per i quali l’auto indispensabile non è), gli altri potrebbero organizzarsi diversamente ma questo avverrà solo quando ci sarà l’idoneo incentivo a farlo.  

3 scelte per combattere la sosta abusiva fuori dalle scuole

La semplice disponibilità di sosta abusiva nei pressi di scuola ha dunque delle conseguenze a valle. Innesca un comportamento errato e dannoso. Per modificare questo fenomeno, essenzialmente tre opzioni. La prima è trovare il modo per vietare di accompagnare i bambini a scuola in macchina. Un’ordinanza che sarebbe giusta, ma che è indubbiamente dura, rigida, difficile da applicare e da far rispettare. La seconda è incentivare chi utilizza mezzi più sostenibili, premiando chi giunge a scuola a piedi, in bici o con i mezzi pubblici: anche qui molto difficile la gestione. La terza scelta rappresenta il giusto equilibrio ed è quella delle strade scolastiche: togliere la possibilità di avvicinarsi a scuola in auto. Caro genitore, puoi anche uscire con la tua “comoda” autovettura, ma quando arriverai nei pressi di scuola la “comodità” di parcheggiare illegalmente per lasciare “solo un minutino” il tuo fanciullo non sarà più a disposizione. Dovrai girare in tondo, dovrai accettare il rischio di lasciare la tua auto in divieto qualche isolato più in là, non più a vista, dovrai fare l’ultimo tratto a piedi. 

Intanto l’area davanti a scuola diverrà una nuova piazza per il quartiere, diverrà un luogo di relax, di ritrovo pre e post scuola e non più di nervosismo e angoscia, diverrà un ambito riqualificato accessibile a pedoni e bici soltanto. E amichevole per i bambini che finalmente giocheranno laddove invece percepivano solo ansia e pericolo: un nuovo spazio pubblico! Attenzione: non sono utopie da fricchettoni ambientalisti, è quello che si fa in tutto il mondo evoluto ormai da decenni e, come dicevamo, che si inizia a sperimentare anche a Milano.

Non solo sicurezza stradale, ma cambio d'abitudini

Le strade scolastiche non sono dunque nè un divieto, nè un incentivo. Sono un disincentivo. Un disincentivo a prendere l’auto. Rendere l’auto non qualcosa di comodo da abusare in barba al buon senso, ma rendere l’auto uno strumento complicato da adoperare, macchinoso, scomodo e noioso. Sostituibile dunque con qualcsoa di più adeguato.

Con le strade scolastiche dunque non solo scuole più sicure, zero incidenti, meno inquinamento e bambini più sereni e non più sottoposto all’aggressività tipica dell’ecosistema del traffico mattutino, ma famiglie forzate a cambiare abitudini. Torniamo nei panni del genitore medio. Dopo il primo, il secondo, il terzo giorno di disagi qualche domanda se la fa. Vogliamo provare a prendere i mezzi pubblici? Vogliamo provare ad andare in bici mettendo il bambino nel seggiolino? Vuoi vedere che andando a piedi ci mettiamo lo stesso tempo e in più combattiamo l’obesità che è uno dei problemi più atroci per i bambini oggi in Italia? E se la scuola è lontana e irraggiungibile? Semplice: non si scelgono scuole lontane e irraggiungibili, piuttosto si selezionano le opzioni alla portata, che non comportano disagi per i propri bambini e per la città. Scegliere la scuola dove iscrivere i propri figli è un atto che richiede responsabilità, non si può effettuare la scelta incuranti delle conseguenze che genera.

Ovviamente non è una scelta che si può fare in tutta Italia, non nelle aree rurali, non nei piccoli centri dove magari dieci borghi fanno capo ad una sola scuola, ma in una grande città organizzata come Milano sì. In una grande come Milano chiunque ha una buona materna, elementare o media a portata di passeggiata o di pedalata o di pochi minuti di mezzi pubblici. Ecco perché non potendo arrivare a vietare di accompagnare i bambini a scuola in auto, le strade scolastiche (fisse o temporanee) sono la scelta più sana che mi aspetto si moltiplichi nei prossimi mesi in vista di un nuovo anno scolastico che segni un cambiamento radicale all’insegna del rispetto, della responsabilità e della sostenibilità. Se non sarà il Comune a procedere, fatelo voi dal basso. Parlatene con la scuola dei vostri figli, scrivete al presidente del vostro Municipio, alleatevi con altri genitori. In questo ambito molti dei cambiamenti sono avvenuti proprio così. 

Rispetto, responsabilità e sostenibilità dicevamo. Se non impariamo questi concetti nei comportamenti di tutti i giorni a scuola che ci andiamo a fare?

Si parla di

Portare i bambini a scuola in auto dovrebbe essere vietato

MilanoToday è in caricamento