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L'operazione salvavita

Bambino salvato dall'ospedale San Donato: era giudicato inoperabile ovunque

Il San Donato salva la vita a un bambino macedone di 80 giorni affetto da una sindrome cardiaca che non rispondeva ai farmaci. E' il più piccolo bambino al mondo con la sua situazione ad essere operato

Un bambino giudicato inoperabile e affetto dalla sindrome di Wolff Parkinson White è stato salvato grazie all'intervento di Carlo Pappone, responsabile dell'unità operativa di aritmologia clinica e del laboratorio di elettrofisiologia del Policlinico San Donato. Si tratta di Andrei, bimbo macedone di 80 giorni e quattro chili di peso. E' il più piccolo paziente al mondo con tre vie accessorie atrioventricolari a essere stato sottoposto ad ablazione cardiaca.

Andrei soffriva della sindrome di Wolff Parkinson White, patologia congenita che comporta una frequenza del battito cardiaco elevatissima e che lo ha costretto in terapia intensiva sin dal suo primo giorno di vita. Normalmente il cuore, infatti, è attraversato da un solo filo elettrico, che ne consente il regolare battito. Quella di Andrei, con tre fili elettrici accessori, è una sindrome che colpisce un bambino ogni cinquemila. 

Giudicato inoperabile in Macedonia e in Europa

Nella clinica di Skopje, in Macedonia, dove è nato, lo staff medico non è stato in grado di formulare una diagnosi corretta. I genitori, Sara e Milko, si sono così rivolti ad altri ospedali della capitale macedone. Finalmente una clinica è riuscita a formulare la diagnosi ma non ha potuto operare il piccolo per la mancanza di cardiologi specializzati che potessero affrontare un caso così complesso. Così i genitori hanno contattato diversi centri europei, ma nessuno ha ritenuto che ci fossero le condizioni per eseguire un intervento giudicato complicato e ad alto rischio.

La prassi prevede che la sindrome sia trattata in modo farmacologico e che l'intervento di ablazione cardiaca avvenga non prima dei sedici anni di vita, ma le condizioni di Andrei non avrebbero permesso al bambino di sopravvivere a lungo: le terapie farmacologiche infatti non stavano avendo successo. Il padre del bambino ha così contattato il professor Pappone, che ha esaminato il caso e ha deciso di intervenire. Il viaggio è stato effettuato con un volo militare, finanziato da un fondo governativo macedone. Andrei è stato accolto in aeroporto da un'ambulanza del San Donato che lo ha trasportato in ospedale. 

Per l’intervento, l’équipe medica del professor Pappone (coadiuvato da Gabriele Vicedomini, Giuseppe Ciconte e Tommaso Aloisio) è ricorsa all’utilizzo di sondini di piccolissime dimensioni che potessero adattarsi al bambino. Sfruttando la circolazione arteriosa e venosa, le tre vie accessorie atrioventricolari sono state prima mappate e poi ablate. L’operazione è riuscita e, dopo alcuni giorni trascorsi in terapia intensiva, Andrei è pronto a tornare in Macedonia con i suoi genitori. E' il secondo bambino più piccolo al mondo mai ablato, il più piccolo in assoluto, però, a presentare tre vie accessorie atrioventricolari, ovvero tre fili elettrici capaci di creare veri e propri cortocircuiti nel cuore e portare la frequenza del battito cardiaco oltre i 250 battiti al minuto.

"La provvidenza ha ispirato le mie mani"

"Siamo contenti del risultato ottenuto - ha spiegato il professor Pappone - perché, al di là della buona riuscita dell’operazione e del suo indiscutibile contributo scientifico, ciò che conta davvero per noi è l’aver salvato la vita del piccolo Andrei e aver ridato fiducia e speranza ai suoi genitori, di cui ammiro profondamente la tenacia e la volontà di non arrendersi. Eseguire questa ablazione sembrava una impresa fuori dalle possibilità attuali della pratica clinica ma io sapevo che era possibile, avendo già eseguito nella mia vita professionale migliaia di questi interventi, ma questa volta ero di fronte al più piccolo di sempre. La provvidenza ha mosso e ispirato le mie mani ridando la vita a questo neonato. Sono questi i momenti in cui un medico scopre di essere importante e utile".

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