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La nuova vita di Bea, quasi uccisa dal compagno: oggi volontaria e moglie

Dopo aver subito le violenze del fidanzato aveva rischiato di morire. Ora è volontaria della Croce verde di Baggio

Da vittima di violenza a volontaria e moglie. È la storia di Bea, che oggi fa parte della Croce verde di Baggio. Lei stessa condivide la propria storia di rinascita, in occasione della giornata contro la violenza sulle donne, celebrata nei giorni scorsi.

"Ciao, sono Beatrice e sono una volontaria della Croce Verde Baggio - si legge in un post dell'associazione di volontariato -. Tre anni fa me la sono vista brutta: il mio compagno di allora mi ha sequestrata in casa per quattro giorni, quattro giorni di botte continue, di cui potete vedere i risultati nelle foto. Aggrappandomi a tutta la forza che ho potuto trovare, sono riuscita a scappare da casa e ho iniziato un percorso di riabilitazione fisica e psicologica grazie all'aiuto di una psicologa del centro antiviolenza dell'Ospedale Mangiagalli di Milano, che mi ha aiutata a superare il trauma e a far bene mente locale di quali siano i segnali che ci devono mettere all'erta, per evitare di incorrervi di nuovo".

"A marzo 2020 - continua a ricordare Beatrice - ho iniziato a fare volontariato in CvB: una famiglia fantastica, grazie alla quale ho avuto modo di conoscere Yari, che da giugno è diventato mio marito! Per voi, donne e uomini che leggete queste parole e vedete queste foto: i segnali ci sono, sempre, anche se spesso non li vogliamo vedere o ci illudiamo che la situazione possa cambiare. Violenza, insulti, manipolazione, gelosia, controllo e possessività non sono amore. Dobbiamo allontanarci dalle persone tossiche prima che ci facciano veramente troppo male".

"Se hai subito violenza o noti dei comportamenti sospetti, chiedi aiuto e una mano ti verrà tesa - è l'appello della giovane donna - ci sono tanti centri con personale specializzato che ti possono fornire assistenza psicologica, legale e medica, se necessario. Se non sai a chi rivolgerti, chiama il 1522, il numero antiviolenza e stalking oppure contatta le forze dell' ordine chiamando il 112. Perché nessuna di noi si deve vergognare. Perché nessuna di noi deve mai più sentirsi sola".

Nel 2019 Beatrice era riuscita a salvarsi la vita scappando da un balcone al secondo piano. Al pronto soccorso del Policlinico, dopo quattro giorni di botte, era arrivata con microfratture al cranio e alla mandibola, un timpano perforato, il setto nasale fratturato, due coste rotte per parte, tre vertebre rotte, un'ernia del disco, oltre ad alcune scomposte fratture al piede. "Il Signore ha guardato giù - aveva scritto la donna nel 2020, quando aveva per la prima volta condiviso quello che era successo -. Ha fatto sì che riuscissi a scappare da un balcone al secondo piano, che riuscissi a chiedere aiuto, che mi salvassi e che mi riprendessi alla grande, tutto sommato. E quest'occasione non deve andare sprecata". Per Bea, il cui motto è 'vietato arrendersi', oltre alla vita come volontaria, quest'anno è arrivato anche il matrimonio, frutto di un amore, questa volta, vero.

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