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Alessandro Gemme

Giornalista

In bici saresti già arrivato

Se si utilizzasse la bicicletta per i brevi spostamenti gli ingorghi diminuirebbero clamorosamente

Sul cavalcavia della Bussa nei giorni scorsi è comparso uno striscione con cinque semplici parole: "In bici saresti già arrivato". Un messaggio che ben si sposava con la lunga (infinita!) colonna di auto che procedeva verso Piazza Gate Aulenti. Un'immagine forte che lasciava trasparire quanto sia poco intelligente (e rapido) spostarsi in macchina a Milano.

Da mesi il traffico di Milano sembra essere letteralmente esploso. Forse lo era anche prima della pandemia ma dopo un periodo di "calma piatta" sembra che il numero di veicoli per le strade sia aumentato esponenzialmente. Siamo in un periodo di transizione: le auto non sfrecciano più in Piazza Duomo come nel 1960 e (per fortuna) non si parcheggia più in Piazza della Scala. Milano si sta trasformando e si sta appropriando di spazi che fino a pochi mesi fa erano destinati alle macchine. Indietro non si torna e il futuro, che piaccia o no, sarà fatto da auto elettriche con guida autonoma. I problemi legati al traffico, tuttavia, si potrebbero risolvere nell'immediato con un semplice gesto: lasciare l'auto nel box  per le brevi distanze e spostarsi in bici

Milano è una città piccola: da una parte all'altra ci sono dieci chilometri ed è praticamente piatta. Sarebbe il terreno perfetto per sviluppare una rete ciclabile degna di questo nome. Il problema, molto probabilmente, è la mentalità milanese, che sebbene stia cambiando da qualche anno a questa parte, ritiene che la bici sia un semplice mezzo di svago, un attrezzo sportivo. Invece la bici è un vero e proprio mezzo di locomozione, forse il più "smart" che si possa utilizzare in città. 

Vedendo un ciclista per strada hai mai pensato che è un "intralcio alla circolazione"? Bene, probabilmente stai guardando la situazione da un punto di vista sbagliato. Posizionati a un incrocio di Milano, uno qualsiasi, e conta quanti passeggeri trasporta un'automobile. Gran parte delle macchine ha a bordo solo il conducente, qualcuna ha un passeggero ma sono pochissime quelle con tre persone a bordo. Un'auto che trasporta una persona occupa molto più spazio di un ciclista. Gli ingorghi si formano perché ci sono troppi mezzi (mai al massimo della loro capacità) che percorrono la stessa strada. Se il numero di automobili diminuisse diminuirebbero anche gli ingorghi. Pura e semplice matematica.

Sulle brevi distanze la bicicletta è il mezzo più veloce per spostarsi a Milano: attraversando le ztl, sfruttando le corsie ciclabili e le zone pedonali un ciclista arriva a destinazione con qualche minuto in più di un'auto. Il vantaggio vero è che non bisogna cercare parcheggio. Non solo, proprio perché si arriva "direttamente a destinazione" spesso risulta più veloce dei mezzi pubblici.

Certo, questo discorso non vale per tutti: è valido solo per chi è in salute e vive all'interno della città. Non si può applicare a chi utilizza l'automobile per lavorare: gli artigiani che usano attrezzi e materiali ingombranti non possono muoversi in bicicletta (anche se qualche integralista sarebbe pronto a suggerire "all'idraulico di Busto Garolfo" di comprare una cargo-bike). I grandi cambiamenti iniziano dal basso, in questo caso basta gonfiare le ruote alla bici e lubrificare la catena.


 

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